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Cronaca

Revisione della Legge regionale sanitaria: i nuovi ruoli di Ats e Asst

Le linee di sviluppo sono state approvate dalla Giunta della Regione Lombardia. Ora il documento di indirizzo politico sarà inviato ora alla III Commissione al fine di avviare le audizioni degli stakeholders e redigere un Progetto di legge

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La Legge regionale 23/2015, che in Lombardia ha disciplinato l’ambito sanitario in maniera sperimentale negli ultimi 5 anni, è scaduta a fine 2020 ed è oggetto di un’importante revisione viste le lacune dimostrate soprattutto nell’ambito della medicina del territorio. Le linee di sviluppo sono state approvate dalla Giunta della Regione Lombardia. Ora il documento di indirizzo politico sarà inviato ora alla III Commissione al fine di avviare le audizioni degli stakeholders e redigere un Progetto di legge condiviso da sottoporre al Consiglio per l’iter di approvazione.

“Si tratta di un intervento frutto dell’analisi dei risultati raggiunti nel quinquennio dalla legge – spiega l’assessore al Welfare Letizia Moratti -. Analisi che ha messo in luce punti di forza ed aspetti da migliorare. Se da un lato l’eccellenza ospedaliera lombarda e gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) si sono attestati ai vertici di qualità nazionale, dall’altro è emersa la necessità di valorizzare l’esperienza dell’attività territoriale con continuità dei percorsi di cura, anche alla luce dell’esperienza della pandemia”.

Revisione Legge regionale, i principi cardine

I principi cardine individuati nelle Linee guida sono: approccio One Health, in particolare nelle aree della prevenzione e della veterinaria a favore di una salute complessiva per le persone, animali e ambiente. Libertà di scelta del cittadino, da sempre patrimonio del Ssr, sia nella scelta delle strutture che del personale. Rapporto fra pubblico e privato, verrà riservata attenzione al rapporto sussidiario tra strutture pubbliche e private che nel tempo ha permesso l’innalzamento della qualità delle cure. Raccordo tra mondo produttivo e realtà universitarie e della ricerca. L’assessorato al Welfare sarà sempre più caratterizzato da un ruolo di governo. Ciò anche attraverso l’irrobustimento della funzione d’indirizzo nei confronti delle Agenzie di tutela della salute (Ats) e degli erogatori pubblici e privati.

Il ruolo di ATS e ASST

Alle Ats spetteranno la gestione sanitaria e flussi relativi; indirizzi in materia contabile alle Asst; autorizzazioni sanitarie e istruttoria accreditamento; negoziazione e acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie; controlli sanitari ad enti pubblici e privati; programmazione attività di prevenzione; gestione delle politiche di investimento Hta e di edilizia sanitaria e ospedaliera e territoriale; coordinamento degli approvvigionamenti in raccordo con Aria; acquisizione del personale con procedure accentrate, ferma restando la possibilità di procedure singole per professionalità e aree più disagiate; gestione del rischio clinico, con supporto e coordinamento per le politiche assicurative delle aziende pubbliche;  formazione; sanità animale, igiene urbana veterinaria, igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, igiene degli alimenti di origine animale, impianti industriali e supporto dell’export, programmazione e coordinamento sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare; farmaceutica convenzionata.

Le Asst (ex aziende ospedaliere) si occuperanno delle sedi di Distretti e attività erogative; dipartimento Cure primarie; dipartimento Salute mentale e dipartimento funzionale di prevenzione; i poli Ospedaliero e Territoriale, articolato in Distretti, che coincidono con gli ambiti sociali.

In coerenza con quanto prescritto dal Ministero della Salute e da Agenas, nell’ambito delle Aziende Socio Sanitarie Territoriali, troveranno collocazione i Distretti e tutte le attività erogative, portando a compimento definitivamente il disegno della legge regionale n. 23/2015.

Revisione Legge regionale, medicina del territorio al centro dell’attenzione

La proposta legge di riforma pone particolare attenzione alla medicina territoriale che rappresenterà sempre più l’interfaccia privilegiata tra cittadino e sistema socio sanitario, anche attraverso una sempre maggiore valorizzazione tra medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e un’integrazione con gli specialisti ambulatoriali e ospedalieri. Si dovranno prevedere forme di facilitazione nelle attività dei medici e, mediante lo sviluppo di sedi fisiche, dovrà realmente realizzarsi un’efficace integrazione professionale.

L’assetto organizzativo del Sistema socio-sanitario lombardo prevede il governo e l’erogazione delle prestazioni per la tutela della salute nei dipartimenti di prevenzione quali articolazioni delle Asst, unitamente ai dipartimenti di salute mentale e all’istituzione dei distretti con funzione di governo ed erogazione delle prestazioni del polo territoriale prevedendo un adeguato coinvolgimento dei sindaci.

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