Cronaca
Mortalità in Italia, nel 2020 centomila morti in più per il Covid
Nel 2020 la mortalità in Italia è stata la più alta mai registrata dal Dopoguerra in poi.
Il rapporto Istat-Iss sull’impatto del Covid in Italia torna a gettare luce sui numeri della pandemia in Italia evidenziando che nel 2020 la mortalità in Italia è stata la più alta mai registrata dal Dopoguerra in poi. Secondo lo studio inoltre nell’anno della pandemia sono stati registrati complessivamente 746.146 decessi, 100.526 in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso). Considerando le variazioni nei tassi standardizzati di mortalità, poi, la mortalità ha registrato nel 2020 un aumento del 9%, rispetto alla media del quinquennio 2015-2019; le regioni che riportano aumenti significativamente più alti sono Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia e la Provincia autonoma di Trento. La stima del contributo dei decessi Covid-19 alla mortalità generale conferma come l’impatto sia più marcato nel genere maschile. Si evidenzia inoltre come la fascia di età in cui si riscontra un’incidenza maggiore di decessi Covid-19 sui decessi totali sia la 65-79 anni, in questa classe un decesso su 5 è attribuibile al Covid-19.
Mortalità in Italia: il 28 marzo 2020 è stato il giorno più tragico con 928 vittime
Il numero più alto di decessi giornalieri causa Covid si è registrato il 28 marzo 2020 con un totale di 928 vittime, mentre nella seconda ondata il record è stato registrato il 19 novembre con 805 morti. Lo rivela il nuovo rapporto Istat-Iss sull’incidenza della pandemia in Italia. Nei primi quattro mesi del 2021, sono stati riportati 42.957decessi. Se si considerano i soli mesi di marzo e aprile 2021 rispetto al 2020 i decessi riportati sono 21.004 rispetto ai 30.064 dei rispettivi mesi nel 2020. Complessivamente dall’inizio dell’epidemia il numero di decessi è avvenuto prevalentemente tra gli uomini (56,7%).
La tendenza nel 2021
Analizzando la diffusione del virus nei primi mesi del 2021 le Province con il maggior tasso di incidenza sono state quelle del versante Nord-orientale: Bologna, Gorizia, Forlì-Cesena, Udine, Rimini, Bolzano/Bozen. Molto bassa appare l’incidenza in alcune province della Sardegna (Sud Sardegna, Oristano, Sassari), in alcune Province della Calabria (Catanzaro, Cosenza, Crotone) e della Sicilia (Ragusa, Enna, Agrigento). Rispetto all’intero anno 2020, nei primi quattro mesi del 2021 l’impatto dei decessi per Covid-19 sui decessi totali è aumentato soprattutto nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno; questo accade sia perché è aumentata la capacità di rilevazione dei decessi Covid-19 da parte delle Regioni sia per lo scenario di diffusione del virus che è notevolmente mutato interessando le regioni del Centro e del Mezzogiorno, le quali avevano registrato una scarsa presenza del virus nella prima ondata (marzo-maggio 2020). Lo rivela il nuovo rapporto Istat-Iss sull’incidenza della pandemia in Italia.
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Alberto
11 Giugno 2021 at 12:17
Uno dei tanti virologi da telesalotto che ha dettato la linea per un anno, preso a caso.
Astrazeneca ai giovani
7 aprile – Crisanti: “tra i più sicuri al mondo. Alle donne giovani lo consiglierei”
8 aprile – Crisanti: “scelta ALLUCINANTE di EMA e Italia di non raccomandarlo ai giovani”
10 giugno – Crisanti: “AZ ai giovani da Repubblica delle banane”
E i dati di Pfizer sono pure peggiori, da mesi. Avanti così.