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Cronaca

Un libro per i 65 anni del Bacino Imbrifero Montano

“L’acqua e la comunità”. Il ruolo del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e dei fiumi Brembo e Serio nello sviluppo della montagna (1955-2020)

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Lunedì 28 giugno, presso la sede del Consorzio BIM, a Bergamo, è stato presentato alla stampa e agli amministratori locali il libro “L’acqua e la comunità”. Il ruolo del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e dei fiumi Brembo e Serio nello sviluppo della montagna (1955-2020),realizzato dal Centro Storico Culturale Valle Brembana “Felice Riceputi”, con il coordinamento del Segretario del Consorzio BIM Bergamo Giuseppe Gentili, da ben 39 anni dietro la scrivania del consorzio, e del prof. Tarcisio Bottani. 

Ad aprire l’incontro il presidente del Consorzio BIM Carlo Personeni, che ha illustrato lo stato attuale dell’Ente: “Il Consorzio BIM dei fiumi Brembo e Serio e Lago di Como coinvolge ben 127 Comuni ed è il più grande d’Italia per numero di Comuni e abitanti (550.000); ne fanno parte anche quattro comunità montane: Seriana, Brembana, Imagna, ex-Valle San Martino (ora Lario orientale), di cui 24 Comuni Rivieraschi (la cosiddetta “Isola Bergamasca”). Per la cronaca, è uno dei due consorzi BIM Bergamo: l’altro è il Consorzio BIM Oglio, che comprende 51 Comuni della Val di Scalve, Val Cavallina, Alto e Basso Sebino, Valle Borlezza e i Comuni iseani bergamaschi). In occasione dei 65 anni di attività del consorzio, nel 2019 il Consiglio Direttivo, del quale facevano parte Carlo Personeni, Marco Milesi, Vera Pedrana e anche due sindaci, Giorgio Valoti di Cene e Raimondo Balicco di Mezzoldo, scomparsi nel marzo 2020 perché colpiti dal Covid, decideva e deliberava in assemblea di realizzare un libro che riassumesse la sua lunga storia”.

Un libro sui 65 anni del Bim nato nel 1955

Era infatti il 30 dicembre 1955 quando si costituì il Consorzio BIM Lago di Como e fiumi Brembo e Serio, un ente sovracomunale garante di un diritto conquistato nel 1953, grazie alla lungimiranza di alcuni parlamentari riuniti nel gruppo “Amici della Montagna”, che chiesero a più riprese ed ottennero la L. n°959, che istituiva il sovracanone, un indennizzo per il danno provocato dallo sfruttamento di acqua nei territori di montagna per la produzione di energia idroelettrica, permetteva la costituzione dei Consorzi BIM, enti deputati a gestire questa risorsa, di competenza dei Comuni di riferimento, in particolare per lo sviluppo socioeconomico delle loro comunità.  Un lungo percorso, per una realtà associativa fra le più attive e dinamiche della provincia di Bergamo, che si è sviluppata a cavallo di due secoli, che non si è mai risparmiata nel sostegno allo sviluppo economico e sociale dei territori di montagna, che ha dato prova di una presenza matura, al passo con i tempi, attenta ai mutamenti sociali, sempre convinta dell’importanza delle capacità umane della gente delle “terre alte”. 

Dal passato a futuro

“Con questo libro – ha aggiunto Carlo Personeni – il Consorzio BIM Lago di Como e fiumi Brembo e Serio, va a rileggere il suo passato, per fare memoria dei successi conquistati. Un libro antologico, che sottolinea l’autorevole lavoro svolto da chi lo ha amministrato in questi anni, ed evidenzia i tanti traguardi raggiunti, alcuni dei quali per merito anche di Federbim, la federazione nazionale che riunisce i 68 Consorzi BIM d’Italia. Fra i punti forti dei consorzi, il fatto che l’Ente non grava sulla finanza pubblica, in quanto i pagamenti sono effettuati da privati produttori idroelettrici; e per il fatto che siamo di fronte ad un federalismo “ante litteram”, in quanto le risorse provenienti dall’indennizzo per il prelievo dell’acqua dai territori montani per la produzione di energia idroelettrica rimangono come investimenti a favore degli stessi territori di competenza”. 

“Altra legge importante – ha sottolineato Personeni – è la legge 228/12, eliminazione della barriera altimetrica dei 500 metri s.l.m., che rende giustizia ai territori parzialmente montani. Il Consorzio BIM di Bergamo è particolare, in quanto 30 suoi Comuni non sono montani. Questo, però, permette di introitare risorse aggiuntive, quasi 2 milioni all’anno: infatti, se ieri la montagna ha contribuito per i territori rivieraschi, oggi i Comuni rivieraschi la compensano, contribuendo al sostegno socioeconomico delle comunità di montagna”.

A seguire, è intervenuto il prof. Tarcisio Bottani, che ha illustrato le modalità di ricerca adottate per la stesura del libro, sottolineando anche “il ritardo della pubblicazione, a causa della pandemia, che ha impedito la consultazione degli archivi”. Il Segretario Giuseppe Gentili, poi, memoria storica dell’Ente, ha illustrato il ruolo strategico del consorzio, quale “realtà che permette di far partecipare con maggiore equità e giustizia i territori di montagna e la sua gente ai benefìci prodotti dalle risorse “captate” dallo sfruttamento dell’acqua per la produzione di energia elettrica”.

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