Cultura
L’arte sui temi della pandemia: inaugurata la mostra “Gabbia•no”
L’arte oltre le gabbie, a Pisogne la mostra “Gabbia•no”. L’evento itinerante, a cui hanno aderito 36 artisti, farà tappa anche in alta Valle Seriana
E’ stata inaugurata sabato 3 luglio a Pisogne, sulle sponde del Lago d’Iseo, la mostra sui temi della pandemia “Gabbia•no”. Evento itinerante a cui hanno aderito 36 artisti che toccherà anche la Val Cavallina (a Casazza) e la Val Seriana (a Gromo). La mostra dunque viaggerà in tre paesi e sarà ospitata in ambienti significativi per l’arte e la storia delle nostre comunità. A Pisogne, nella chiesa civica di Santa Maria della Neve, resa straordinaria dagli affreschi del Romanino nella prima metà del Cinquecento; a Casazza, nell’area archeologica ipogea di Cavellas, insediamento romano fino all’abbandono rovinoso del VI secolo. Infine a Gromo, paese che ha mantenuto la caratteristica impronta medievale, importante centro per la produzione di armi bianche fino all’inondazione occorsa ai primi del XVII secolo, nel nobile palazzo della famiglia Filisetti.
“Il progetto “Gabbia•no” è nato nel mese di aprile del 2020 da un’idea di due sensibilità affini, quali Maddalena Manna e Cinzia Baronchelli, dopo aver dato vita alla pagina Facebook “Semi d’Arte Terre Creative“. Pagina creata come contenitore virtuale di un dialogo tra ogni arte possibile in uno spazio tempo dove ogni forma di contatto fisico era precluso. In quel momento solo il web permetteva connessioni ed espressioni emotive negate dall’assenza di contatti personali, dalla cancellazione di ogni mostra e incontro artistico.
Mostra “Gabbia•no”: liberi oltre le gabbie
“La “Gabbia” è considerata una condizione negativa rispetto alla libertà – spiegano Manna e Baronchelli -. Tuttavia sì sente e si riflette sul fatto che la restrizioni nascondono inaspettate reazioni di rivincita e desiderio di vita; in questa attitudine sono riemersi valori come la sensibilità, l’intelligenza, la comprensione e la gentilezza. Pur fra i tanti frutti amari, il confinamento ha promosso per noi una maggiore comprensione dell’altro, un’apertura alla compassione, un senso di rispetto e di appartenenza ad una comunità. Dalle elaborazioni e dalle proposte sul web è emerso presto il desiderio di incontrarsi nella negazione della gabbia. Sino – infine – allo svelamento dei percorsi personali in una mostra collettiva che finalmente si fa “fatto fisico””.
La diversa percezione della fragilità e della resilienza è al centro dei lavori proposti, eseguiti con modi diversi. Si trovano infatti opere su tela, sculture, piccole installazioni, opere fotografiche, video, collage, ceramica, musica e canto. Fuori dal flusso delle pagine della rete, che pure ha mostrato tutta la sua utilità nel tener vivi i rapporti durante le chiusure, la mostra offre l’occasione di incontrare gli oggetti per come gli autori li hanno concepiti e realizzati dando concretezza alle proprie emozioni. Il filtro della tecnica, le pratiche espressive che rimandano ai linguaggi dell’arte, fanno sì che l’incontro con le persone proponga un’esperienza estetica e di riflessione personale. Ciò al di là dell’indicibile dei contenuti psicologici individuali.
“L’invito al visitatore – concludono le curatrici – è di sentirsi co-protagonista, soggetto attivo in dialogo con queste proposte che svelano e ri- velano di mondi interiori alla riscossa su questo presente particolare, in cui ci ha confinato la pandemia, ma al di là di quella ci espone ad altre sfide non meno impegnative”.
Foto dell’inaugurazione
I 36 artisti della mostra itinerante “Gabbia•no”
Il percorso espositivo presenta un’opera per ciascuno dei 36 artisti presenti, che sono: Andrej Mussa, Annalisa Di Meo, Antonello Scarsi, Armida Gandini, Cesare Zanetti, Cinzia Baronchelli, Elisa Cella, Eva Paulin, Ezio Minetti, Gerardo Di Fonzo, Giorgio Pasini, Gisoo Kim, Ilenia Vielmi, Laurianne Langevin, Lorenzo Pasini, Simone Pagani, Loretta Cappanera, Manuela Rossi, Manuela Toselli, Marco Cortiana, Maria Maddalena Manna, Maria Marina Buratti, Mariella Perani, Marilena Savoldelli, Marisa Cacciamognaga, Mimma Maspoli, Ornella Rovera, Pierangelo Giudici, Renata Petti, Rossana Corti, Sara Montani, Serenella Oprandi, Silvia Beccaria, Stefano Montinaro, Valentina Persico, Yevheniya Malonni.
Lorenzo Pasini dei Pinguini espone la sua musica neobarocca
Durante il primo lockdown anche Lorenzo Pasini, chitarrista dei Pinguini Tattici Nucleari originario dell’alta Valle Seriana, ha composto dei brevi brani che ha condiviso sui suoi social. “Per ogni artista – spiega Lorenzo – è stato necessario incanalare il flusso creativo in quel momento in cui non si poteva condividere la propria arte con il pubblico. Io ho scritto dei brani per chitarra e basso che ho interpretato con l’amico Simone Pagani e condiviso su Instagram. Uno di questi brani, dal nome “Barocco 2″, viene riprodotto in loop alla mostra dov’è presente anche la partitura perché la musica è anche condivisione”.
Un brano che ha radici nella musica barocca ma che la reinterpreta in chiave contemporanea, da qui il nome “Barocco 2”.
Il brano di Pasini e Pagani
Lorenzo è ora impegnato con il proprio progetto musicale personale, i Marsyas band, con i quali suonerà in acustica il 10 luglio a Clusone. Mentre il tour nei palazzetti con i Pinguini è in programma per il prossimo autunno. Un auspicato ritorno alla normalità anche per il settore artistico, che la mostra “Gabbia•no” intende promuovere. Info su sedi e orari qui.
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