Cronaca
Denunciati nuovi atti di bracconaggio in bergamasca
Nuovi casi di bracconaggio in provincia di Bergamo, diverse le denunce
Ancora casi di bracconaggio in bergamasca. Prosegue la quotidiana attività di controllo del territorio della Polizia provinciale di Bergamo. Da quando la caccia di selezione al cinghiale è stata aperta, il servizio ha accertato diversi casi di violazione. Tra i più gravi, in Val Cavallina le pattuglie hanno individuato un cinquantenne che avendo tra l’altro segnalato il punto di localizzazione in modo errato esercitava l’attività utilizzando mezzi vietati, tra cui un silenziatore per le armi a disposizione. Il cacciatore era in compagnia di altre persone, cacciatori anche loro.
Insieme hanno cercato di allontanarsi e di allontanare la pattuglia, sostenendo che il controllo aveva “rovinato” l’attesa venatoria degli animali. Il loro comportamento elusivo non ha comunque distolto l’attenzione degli agenti che hanno individuato i mezzi vietati per la caccia tra cui il silenziatore di fattura artigianale che la persona aveva tentato di celare.
Tutti loro sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria per caccia con mezzi vietati e alterazione dell’arma.
Episodio analogo di bracconaggio in Val Brembana
Altro episodio analogo è avvenuto in valle Brembana. Un quarantenne nei pressi di un piccolo immobile rurale al quale aveva accesso ha esploso un colpo verso un animale, senza colpirlo, in ore notturne. La pattuglia in servizio ha udito il colpo, pure attutito dal silenziatore, ed è intervenuta. Gli agenti hanno accertato che il soggetto non aveva comunicato la localizzazione del luogo di caccia, e nemmeno l’obbligatoria uscita. Inoltre aveva posto in atto un “foraggiamento” con mais in granella al fine di attrarre i cinghiali e agevolare il loro abbattimento. Anche questo cacciatore è stato deferito all’Autorità giudiziaria per l’utilizzo di mezzi vietati quali visore notturno e silenziatore, oltre all’alterazione di armi da caccia. Si specifica che la legge n. 221, emanata anche per ragioni di pubblica incolumità il 28 dicembre 2015, vieta di alimentare, ovvero foraggiare, i cinghiali sull’intero territorio nazionale. Questo comportamento è configurato come reato, tranne nei casi che riguardano l’applicazione dei piani di controllo numerico della specie.
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