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Cronaca

Lacune nel tracciamento dei casi Covid: la denuncia dei lavoratori di ATS Bergamo

Ancora lacune nel tracciamento dei casi Covid in bergamasca: la denuncia di alcuni lavoratori di ATS Bergamo

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Nonostante la quarta ondata della pandemia sia in corso da settimana ci sono ancora lacune nel tracciamento dei casi Covid in bergamasca: a denunciare la carenza organizzativa e formativa sono alcuni lavoratori di ATS Bergamo. Entrando nel merito della questione nel tardo pomeriggio di venerdì è stata lanciata la “chiamata alle armi”: così l’hanno definita alcuni dei lavoratori in organico al Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria (DIPS) dell’ATS di Bergamo. La firma dell’ordine di servizio è del Direttore Sanitario, che scrive: “Per far fronte al crescente incremento dei casi di Covid si rende necessario potenziare l’attività di contact tracing, in previsione del reclutamento di nuovo personale interno al DIPS (afferente ai diversi Servizi), appartenente anche al profilo di Tecnico della prevenzione. Si ritiene necessaria una riorganizzazione delle attività. In particolare, si comunica che si intendono temporaneamente sospese a partire da lunedì 20 dicembre, sino a diversa comunicazione, le attività programmate e quelle non programmate differibili”.  Il messaggio dell’azienda si conclude così: “Le attività di contact tracing saranno avviate, ove non già effettuato, previa formazione ed affiancamento”. 

Ieri è arrivata la reazione del Comitato di lavoratori iscritti alla FP-CGIL in ATS di Bergamo, che, in una nota, ha messo nero su bianco tutte le proprie perplessità, dopo “due anni passati invano a causa dell’assenza di una politica lungimirante del Direttore Generale, del Direttore Sanitario, del Direttore del Dipartimento Veterinario (nominato a suo tempo come referente Covid)” e perché “i 24 assistenti sanitari non riescono a gestire il contact tracing”.

ATS Bergamo: manca personale per il tracciamento

Le assunzioni di personale dedicato al tracciamento – prosegue la nota – hanno coperto “solo il personale cessato e non è stato attuato nulla di quanto disposto dal decreto del ministero Salute del 30 aprile 2020 relativo allo standard di personale – non meno di 1 persona ogni 10.000 abitanti – necessario per le attività di indagine epidemiologica, tracciamento dei contatti, monitoraggio dei quarantenati, tempestivo inserimento dei dati nei sistemi informativi, nonché per le attività di coordinamento del sistema di sorveglianza sul territorio a supporto delle ASST per l’esecuzione dei tamponi”.

“Purtroppo ATS si è lasciata sfuggire la possibilità di assumere nuovo personale, limitandosi solo a sostituire i pensionati” commenta Roberto Rossi, segretario generale della FP-CGIL di Bergamo, intervenendo sulla questione oggi pomeriggio. “Diversi decreti Covid nel corso del 2020 avevano, infatti, aperto all’aumento di organici per le aziende sanitarie, prevedendo l’inserimento di lavoratori aggiuntivi rispetto al passato. ATS di Bergamo non ha colto questa occasione, anzi, nel complesso ha registrato un calo di personale: se, infatti, a fine 2020 i dipendenti erano 548, oggi se ne contano 526”.

Secondo i lavoratori del Comitato, poi, “la Direzione non distingue ruoli e funzioni dei diversi profili delle professioni sanitarie. Ricordiamo nuovamente che le attività di inchiesta epidemiologica e di tracciamento dei contatti è esclusiva competenza degli assistenti sanitari mentre i tecnici della prevenzione, in questo particolare momento emergenziale, possono collaborare con attività burocratico-amministrative di supporto alle attività di tracciamento dei contatti.  Le funzioni degli uni non sono fungibili da quelle degli altri. Ma attenzione: i tecnici della prevenzione non si sottraggono al lavoro di carattere amministrativo, ma deve essere garantito che con le attività di inserimento dei contatti, invio dei provvedimenti, prenotazione tamponi, non si trovino poi ad eseguire involontariamente un’inchiesta epidemiologica.  La gestione confusa dei primi mesi, molto centralizzata, ha lasciato l’iniziativa territoriale soprattutto alle sporadiche azioni degli operatori che volontariamente e con abnegazione hanno dato informazioni e supporto alla popolazione. Una pessima immagine dell’ATS, senza risposte coordinate.  A tutte le colleghe e tutti i colleghi del DIPS, in particolare agli assistenti sanitari impegnati senza sosta da mesi nel fronteggiare la pandemia,rivolgiamo la nostra attenzione per il lavoro che, con sacrificio e abnegazione, continuano a svolgere rinunciando anche alle ferie programmate per non gravare, con la loro assenza, sui colleghi in servizio”.

“Come CGIL teniamo anche a sottolineare il fatto che reclutare tecnici della prevenzione per il contact tracing significa distoglierli dalla loro mansione istituzionale: mai come oggi, però, è fondamentale intensificare il controllo in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Non si tolgano forze su questo fronte: le attività di ispezione e monitoraggio vanno svolte prima che avvengano gli infortuni” conclude Angelo Chiari, responsabile delle politiche per la sicurezza sul lavoro nellasegreteria provinciale della CGIL.

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