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Cronaca

Meno autisti per il Covid: sospese le corse festive degli autobus

Meno autisti per il Covid: sospese le corse festive degli autobus ma i sindacati replicano: “Colpa delle sfavorevoli condizioni lavorative”

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Otto linee di trasporto pubblico sono state sospese da domenica 16 gennaio 2022 per tutte le domeniche nel territorio delle valli Seriana, Brembana e Scalve e per il Sebino. A rendere nota la decisione la stessa Arriva Italia, la società di gestione che spiega come gli autisti in quarantena per il Covid o malati siano circa il 15-20% dei 250 dipendenti in servizio. “La decisione – si legge nella nota stampa – è stata assunta in considerazione dell’aggravarsi della situazione epidemiologica che riduce la disponibilità del personale viaggiante e al fine di poter disporre del maggior numero di conducenti per lo svolgimento del servizio nei giorni feriali anche per le esigenze di mobilità scolastica.Il servizio verrà ripristinato appena le condizioni sella pandemia potranno permetterlo”.

Le corse festive sospese

Si informa che dal 16 gennaio vengono sospese le corse festive delle seguenti linee interurbane: Linea C/S70c: Bergamo – Boario Linea E: Bergamo – Sarnico Linea S: Bergamo – Clusone Linea S60a: Clusone – Valbondione Linea S70a: Clusone – Schilpario Funivia Albino – Selvino Linea B: Bergamo – Piazza Brembana Linea B00a: Bergamo – S. Omobono mobilità scolastica.

La risposta dei sindacati

Con “un certo stupore” i rappresentanti dei sindacati dei trasporti di Bergamo hanno appreso la notizia del taglio delle corse festive di Arriva Italia (ex SAB). La sorpresa è motivata soprattutto dalle giustificazioni che l’azienda ha avanzato per spiegare la decisione.

“L’azienda parla di assenteismo, ricollegando le cause dell’assenza e della carenza del personale addetto alla guida a numerosi periodi di malattia e ad altre concause legate al Covid-19” scrivono in una nota Aniello Sudrio di FILT-CGIL, Pasquale Salvatore di FIT-CISL, Giacomo Ricciardi di UILTRASPORTI-UIL, Marco Peroli di FAISA-CISAL e Luigi Dionisio di UGL-FNA di Bergamo.

“Certo, il Covid ha pesato. Eppure, tra i lavoratori, è risaputo che la scarsa reperibilità di autisti da parte del Gruppo Arriva è legata alle condizioni lavorative a cui il personale è assoggettato: lunghi ‘nastri’ lavorativi (cioè un impegno di oltre 13 ore per effettuare un turno di 6 ore e 30 minuti), lunghe soste fuori dalle proprie sedi lavorative (anche di 4 ore, senza nemmeno avere una mensa aziendale né un rimborso pasto adeguato ai prezzi attuali), ripetuti atti di aggressione qualora gli autisti richiedano ai passeggeri il rispetto delle regole e uno stipendio che per i neo assunti non supera i 1.100 euro mensili netti”.

Anche per questi motivi venerdì 14 gennaio i lavoratori di Arriva avevano aderito a uno sciopero del settore, mobilitazione proclamata a livello nazionale per il rinnovo del Contratto Collettivo scaduto nel 2017.

“Torniamo a sottolineare che le stesse aziende che ostacolano i rinnovi contrattuali si lamentano poi dell’assenza di personale non riconoscendo le proprie responsabilità” proseguono i cinque sindacalisti. “Ricondurre la carenza di organici alla situazione emergenziale nazionale è riduttivo e irrispettosonei confronti degli autisti e di tutti gli addetti ai lavori che in questi anni sono sempre stati presenti. Durante la pandemia, hanno anche vissuto la perdita di un collega e diversi autisti ancora oggi faticano a ristabilirsi dopo il contagio che li ha colpiti. Piuttosto, l’azienda provveda a montare sui mezzi l’apposito separatore protettivo dell’area di guida, previsto dalle disposizioni del ministero della Salute, da noi più volte richiesto e mai installato. Aiuterebbe a contenere i contagi e dunque le relative assenze”.

“Ancora una volta Arriva tenta di scaricare le colpe sul personale viaggiante, mettendolo alla gogna nei confronti dell’utenza, facendolo apparire come l’unico responsabile di un servizio ormai inadeguato e lontano dagli standard qualitativi che invece sarebbero necessari. È doveroso ricordare, tra l’altro, la quantità di ristori economici che è stata ottenuta da parte del Governo per compensare i mancati introiti dalla vendita dei biglietti, e non si dimentichi l’utilizzo della cassa integrazione per il personale viaggiante” concludono i sindacalisti. “Ora anche Arriva faccia la sua parte. Noi saremo sempre accanto a questi lavoratori e nel frattempo auspichiamo che le dichiarazioni delle ultime ore siano state solo un malinteso e vengano rettificate”.

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