Cronaca
The Lancet sulla strage della Val Seriana: “Autorità impreparate, popolazione di fronte all’orrore”
The Lancet pubblica un importante lavoro sulla strage della Val Seriana nella prima ondata della pandemia: “Popolazione di fronte all’orrore” parlando delle responsabilità di Governo e Regione Lombardia. Sottolineato anche il ruolo dei familiari delle vittime che hanno creato un movimento di giustizia
A una settimana dal deposito della perizia del professore Andrea Crisanti in Procura a Bergamo dove si indaga per epidemia colposa e falso, il focus sulla gestione della pandemia in Italia torna in Val Seriana grazie ad un importante contributo pubblicato su The Lancet, una delle più importanti riviste scientifiche a livello internazionale. L’articolo “Recognising Italy’s mistakes in the public health response to COVID-19” (Riconoscere gli errori dell’Italia nella risposta della salute pubblica al COVID-19) è stato redatto da un team di ricercatori guidati da Chiara Alfieri, appassionata antropologa che dal 2020 sta lavorando sulla strage della Val Seriana con particolare attenzione al tema del lutto e al ruolo dei familiari delle vittime.
Il testo si apre citando la Commemorazione dei defunti che nel 2021 ha visto presente a Roma una rappresentanza dell’associazione “#Sereniesempreuniti”, ovvero i parenti delle vittime che hanno intrapreso la causa civile contro Governo e Regione Lombardia e che hanno manifestato contro l’omertà istituzionale. Omertà che ha da sempre caratterizzato questa triste storia, fin dall’inizio quando la nostra testata fu tra le prime a metà marzo 2020 a formulare delle ipotesi di responsabilità sulla gestione del focolaio più micidiale d’Italia (leggi https://www.valseriananews.it/2020/03/15/coronavirus-il-prezzo-troppo-alto-che-sta-pagando-la-val-seriana/).
Le responsabilità nella diffusione del virus in Lombardia e in Italia
Su The Lancet in particolare si fa riferimento alla mancata zona rossa della Val Seriana citando “La Valle nel Virus” (Costanzo – Sapienza, Ed. Underground?), il libro in cui sono confluite gran parte delle prime sconvolgenti testimonianze raccolte da Valseriana News. “La decisione del governo nazionale e regionale della Lombardia – si legge su The Lancet – di non creare una cosiddetta zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro (bloccando l’ingresso e l’uscita dai due comuni) quando a fine febbraio 2020 vennero individuati i primi casi di COVID-19, risulta essere direttamente responsabile della diffusione dell’infezione ad altri comuni della provincia di Bergamo, in particolare della Val Seriana, poi in tutta Europa“.
E’ chiaro dunque anche ai ricercatori e alla rivista inglese come le responsabilità siano da individuare a livello gestionale sia regionale che governativo: “La popolazione lombarda è rimasta sconvolta dagli eventi e dall’incoerenza della sanità pubblica e delle autorità governative – si legge – accanto a un piano pandemico obsoleto e non attuato trovandosi di fronte all’orrore”. L’orrore di cui parlano Alfieri e colleghi riguarda l’angosciante quotidianità vissuta a marzo ed aprile 2020 in tutta la provincia di Bergamo dove le persone morivano in casa senza cure e senza un funerale.
“#Sereniesempreuniti” e la causa civile a Roma
Da subito insieme alla stampa e all’indagine della Procura di Bergamo si sono mossi i familiari delle vittime che hanno intrapreso la causa civile a Roma per ottenere un risarcimento da “perdita parentale”. L’associazione si chiama #Sereniesempreuniti (sito internet https://www.familiarivittimecovid19.it) e, secondo The Lancet, sta giocando un ruolo chiave nell’identificare gli errori e prepararsi a future pandemie. Si legge: “l’evidenza antropologica dimostra che il ruolo di associazioni come quella dei familiari italiani delle vittime del covid è chiave per le istituzioni al fine di identificare e correggere gli errori nella risposta di sanità pubblica, cosa necessaria per supportare le comunità a preparasi per future minacce infettive, come raccomandato dalla Community Preparedness Unit dell’OMS”.
Accanto ai familiari, che prima di Roma avevano manifestato a Bergamo lo scorso luglio, un team di legali composto da Consuelo Locati, Giovanni Benedetto, Piero Pasini, Luca Berni e Alessandro Pedone. Gli avvocati da mesi stanno seguendo le oltre 500 drammatiche storie provenienti da tutta Italia, evidenziando le responsabilità degli enti superiori e sono pronti per la seconda udienza al Tribunale Civile di Roma fissata per il 31 marzo 2022, dopo quella dell’8 luglio 2021.
“Quello di The Lancet – dichiara Locati – è uno straordinario riconoscimento istituzionale che corona un lavoro certosino di ricerca documentale fatto negli ultimi due anni, ma è soprattutto un riconoscimento per quei cittadini che hanno deciso di portare in giudizio le istituzioni per fare in modo che si assumano le responsabilità di quanto avrebbero dovuto fare e non hanno fatto a scapito della vita di migliaia di persone che oggi potrebbero essere ancora tra noi”.
Leggi l’articolo originale pubblicato su The Lancet https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)02805-1/fulltext?fbclid=IwAR2GP7BhX-aicDK3c-cNoTFFOCU8_zFnMv_3oSV
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I legali: Locati e Pedone durante l’atto di citazione
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sticazzi
22 Gennaio 2022 at 13:57
La colpa è delle persone con i soldi che da sempre speculano contro chi non li ha. E i destroidi leghisti, in questo, riescono abbastanza bene. Manipolano le informazioni, lavorando sulla paura e i dubbi delle persone. Sono animali non uomini.
Andrea
23 Gennaio 2022 at 12:24
Si, ma il ministro speranza mi sembra sia di SX
Willy
23 Gennaio 2022 at 8:11
Si sta ancora aspettando di sapere, a che punto è il procedimento a carico del Ministro della Salute Speranza ?