Attualità
Moratti: “I medici non lavorano a sufficienza”. La risposta della Federazione regionale
La risposta della Federazione regionale dei medici di famiglia alle affermazione dell’assessore Moratti
Regione Lombardia continua a non comprendere cosa sta avvenendo nella medicina di famiglia. L’ultima esternazione, in ordine di tempo, dell’assessore al Welfare, Letizia Moratti, ne è la conferma. L’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, durante la cerimonia di inaugurazione della casa della comunità di Borgo Palazzo venerdì 25 febbraio a Bergamo, ha spiegato che non esiste una carenza di medici di famiglia sul territorio, perché – a suo dire – si tratta piuttosto un problema organizzativo dovuto al fatto che i medici non lavorano a sufficienza.
I medici di famiglia rispondo alla Moratti
“Non si può che esprimere sconcerto e amarezza per affermazioni che, con tutta evidenza, si collocano al di fuori dalla realtà e che dimostrano una preoccupante assenza di consapevolezza della drammatica situazione in cui versa la medicina di famiglia – si legge nel comunicato della Federazione italiana dei Medici di Medicina Generale lombarda -. Preoccupante soprattutto perché espressa da chi ha la massima responsabilità programmatoria. È sotto gli occhi di tutti la fuga dei medici dall’area professionale: i pensionamenti precoci, gli abbandoni professionali, gli episodi di burn out, la fuga dei giovani dal corso di formazione specifica, i numerosi cittadini privi di medico di famiglia, che devono ricorrere a fantasiose forme di sostituzione messe in campo dalle Ats, che provano a sostituire il rapporto fiduciario con servizi di ricettazione a distanza. Queste cose fanno ormai parte del vissuto popolare, Ma evidentemente continuano a rimanere lontano dal Pirellone e da chi lo governa.
“Affermazioni di questo tipo allontanano innanzitutto il dialogo – sostiene Paola Pedrini, segretario generale Fimmg Lombardia – aumentano l’incertezza di un’area professionale, che si sente sempre più incompresa e sottovalutata, e non possono che accentuare gli abbandoni e il burn out. I movimenti spontanei di protesta di queste settimane, profondamente motivati, ne sono la logica conseguenza. Con il rischio di allontanarsi da un’interposizione propositiva e di essere spinti, magari strumentalmente, alla protesta spesso fine a sé stessa, sfogo di una profonda frustrazione.
Non possiamo che rinnovare l’invito all’assessore Moratti a passare mezza giornata nella sala d’attesa di uno dei nostri studi: imparerebbe molto, anche in ambito di empatia e di conoscenza dei nostri pazienti. Speriamo, davvero, che il nostro invito venga accolto e – per il momento – continuiamo, nonostante tutto e con ostinazione, a lavorare per un rapporto costruttivo con l’assessorato”.
Nella foto: Fontana e Moratti ieri a Gazzaniga all’inaugurazione ella Casa di Comunità
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