Cronaca
Gli ospedali riaprono alla visita parenti
Gli ospedali riaprono alla visita dei parenti per 45 minuti al giorno. Per gli accessi in Pronto Soccorso e ricovero ordinario ospedaliero programmato servirà un test antigenico al momento dell’accesso
E’ nuovamente possibile far visita ai parenti ricoverati negli ospedali per almeno 45 minuti al giorno, in alcuni casi peraltro già consentite. Regione Lombardia, per garantire l’accesso ai familiari in sicurezza, ha aggiornato le procedure mantenendo sempre alte le misure di prevenzione e protezione. I punti più importanti della delibera approvata dalla Giunta regionale, proposta dalla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, riguardano lo screening per il personale sanitario, previsto per chi è a contatto con soggetti immunodepressi (ogni 15 giorni). Per il resto del personale su programmazione del medico competente aziendale.
Accesso pazienti
L’accesso dei pazienti nelle strutture sanitarie è libero. Per gli accessi in Pronto Soccorso e ricovero ordinario ospedaliero programmato servirà un test antigenico al momento dell’accesso, effettuato gratuitamente dalle strutture. L’accesso degli accompagnatori (o visitatori) in ospedali e strutture socio-sanitarie (RSA) è consentito alle persone che hanno effettuato la terza dose di vaccino secondo quanto regolato dall’articolo 7 delle legge 18 febbraio 2022.
Accesso e tempi visite in ospedale
Inoltre, possono accedere alle strutture anche coloro che hanno fatto due dosi o con avvenuta guarigione, purchè sia eseguito un test Covid con esito negativo nelle 48 ore precedenti. Sono garantiti almeno 45 minuti giornalieri ad ogni familiare o visitatore.
“Oggi è una giornata importante – ha evidenziato la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti – poiché si è tornati a consentire di incontrare i propri cari in ospedale. L’emergenza ci aveva costretto a interrompere o limitare di molto le visite. Riaperture che però dobbiamo fare in sicurezza. Ecco il senso della delibera di oggi. Un ritorno graduale alla normalità e al contatto umano verso chi è ricoverato in ospedale o in Rsa”.
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Alberto
11 Marzo 2022 at 16:43
Quindi un visitatore tridosato ma magari positivo non deve fare nemmeno il tampone? Interessante LaScienzah…