Cronaca
Lombardia locomotiva dell’export nazionale con 135 miliardi di esportazioni
La regione Lombardia è la locomotiva dell’export italiano con 135 miliardi di esportazioni pari al 26% del totale nazionale. Preoccupano i prezzi delle materie prime
La Regione Lombardia è la locomotiva dell’export italiano con 135 miliardi di esportazioni pari al 26% del totale nazionale. Importanti anche le performance del 2020/21 che hanno fatto segnare un +6,6% rispetto al 2019/20 periodo precovid, simile al dato nazionale che ha raggiunto, a livello nazionale, 516 miliardi di euro un +7.5% rispetto al precovid.
Questi i dati emersi nel corso degli Stati generali dell’Export in Lombardia, organizzati da ICE, Italian Trade Agency e Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, in corso di svolgimento a Palazzo Lombardia, cui hanno partecipato il presidente Attilio Fontana e l’assessore alle Sviluppo economico, Guido Guidesi.
Preoccupano i prezzi delle materie prime
“La Cabina di regia nazionale per l’internazionalizzazione e il Patto per l’export – ha spiegato Fontana – sono le sedi in cui tracciare le direttrici per la ripresa di competitività e per far fronte alla crisi energetica. La straordinaria vitalità del tessuto imprenditoriale lombardo e i dati incoraggianti dell’export 2021 non possono da soli frenare gli impatti su energia, mercati finanziari, commercio internazionale e logistica”.
Il governatore ha quindi elencato gli effetti della crisi russo-ucraina: “Risultano pesantemente compromessi gli scambi commerciali con i Paesi interessati – ha detto – ma è ancor più preoccupante il nuovo shock sui prezzi medi delle materie prime energetiche e non, l’impatto sulle forniture, in termini di disponibilità e tempi di approvvigionamenti, le conseguenze finanziarie sul sistema internazionale dovute al crollo del rublo e alla crisi delle banche russe”.
“L’export totale annuo della Lombardia – ha proseguito – che si concentra in primis nei comparti meccanica, moda, chimica, vale l’1,6% verso la Russia e lo 0,4% verso l’Ucraina. Tuttavia, quando si parla di crisi energetica, è necessario considerare gli effetti che ne deriverebbero sull’intero sistema imprenditoriale e, purtroppo, anche sulla coesione sociale e politica delle nostre società”.
Concludendo il presidente Fontana ha sottolineato la necessità di “considerare tutti questi fattori per porsi di fronte a quella che potrebbe definirsi come una nuova geografia dei flussi commerciali e di investimenti che andrà affrontata in maniera compatta ed unita, a livello nazionale ed europeo”.
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