Cronaca
Influencer offende gli anziani al voto: indignazione dalla CGIL Lombardia
Influencer da oltre 200mila follower offende gli anziani al voto definendolo “completamente rincoglioniti”. Bufera social: risponde a tono anche la CGIL Lombardia
“Ho una cosa da dire, la devo dire: perché i vecchi hanno diritto di voto? Perché?”. Sono le domande che l’influencer Giulia Torelli si pone nelle sue storie sul suo profilo Instagram da oltre 200mila follower (video visibile qui) dopo le elezioni politiche 2022, che hanno decretato il trionfo del centrodestra guidato da Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni.
Torelli, continua: “Lo hanno già esercitato nella loro lunga, lunghissima vita: basta, basta votare. Non sanno niente, non hanno idea. Quello che sanno, lo vedono al tg. Non hanno idea, non sanno nemmeno loro costa stanno facendo e poi succedono queste cose. I vecchi non devono fare niente, tantomeno votare. In casa devono stare, fermi, completamente immobili. Completamente rincoglioniti, in giro con le mascherine sulla bocca… sono passati 3 anni… Cos’è che non è chiaro ancora? Che non serve a niente non tenerla sul naso… Eppure vivi, attaccati alla vita…”. Le storie hanno creato un tam tam social ripreso anche da Selvaggia Lucarelli. Grande lo sconcerto da più parti pubbliche e istituzionali tra cui lo SPI CGIL regionale.
“Dichiarazioni simili sarebbero da ignorare se non fosse che il danno che possono fare tra le persone è inimmaginabile” afferma Valerio Zanolla, Segretario Generale dello SPI CGIL Lombardia in merito alle affermazioni della influencer Giulia Torelli di non permettere più agli anziani di votare. “Seminare odio e rancore per motivi etnici, religiosi o sessuali è un crimine, prendersela con le persone fragili e anziane è una vergogna. A che età gli togliamo il diritto di votare? E poi si troverà sicuramente qualche altra categoria che la giovane influencer riterrà inadatta al voto fino a quando resterà sola ma a quel punto sarà anche lei anziana…. E il problema non è se votano a destra o a sinistra perché la libertà di votare il partito che si ritiene più opportuno non deve mai essere messa in discussione. Quando si comincia a fare distinzioni si sa dove si comincia ma non si sa dove si finisce. Viene in mente il sermone del pastore Martin Niemoller: ‘Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.'”
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