Cronaca
Eravamo 4 amici a bar e abbiamo fatto la Felice Gimondi
53 km di gara ciclistica da affrontare senza aver mai pedalato: sfida portata a termine da 3 amici bergamaschi più il loro motivatore Matteo Ghitti di “Ciclismodepanza”
Tre amici, un motivatore (e quarto amico) e un evento ciclistico che fino a poco prima sembrava inaccessibile: è la bella storia di amicizia e sport raccontata da Matteo Ghitti, 40 anni, impiegato di banca e ciclista amatoriale di Cerete. Matteo è noto nel mondo social per aver creato la seguitissima pagina Instagram “Ciclismodepanza” che, con meme simpatici e menzioni da tutta Italia, in 3 anni ha costruito una platea di oltre 26mila follower.
Così Matteo un giorno, in vista della storica e mitica Felice Gimondi andata in scena il 25 settembre scorso, ha deciso di coinvolgere tre amici: la sfida proposta consisteva nel riuscire a prepararsi per una granfondo – gara su lunga distanza praticata sia da professionisti che non -, pur non essendo ciclisti provetti anzi: non avendo mai fatto una gara. I tre amici sono: Matteo Cremaschi, Matteo Di Teodoro e Daniele Giudici. Accettata la proposta subito si sono messi in gioco allenandosi per 6 mesi e facendosi seguire da una nutrizionista. “Gli obiettivi di questa partecipazione – spiega Matteo Ghitti – sono stati principalmente quelli di riavvicinare ciclisti amatoriali a queste gare che possono regalare grandi emozioni e promuovere lo sport e uno stile di vita sano”.
Arrivato il giorno della gara la tensione era comunque alta vista anche la difficoltà dell’evento ciclistico con 53 km e 1100 metri di dislivello da affrontare. Ma i tre hanno creduto nella loro preparazione chiudendo la gara ultimi in 4 ore e 17 minuti. Solo Daniele non è arrivato al traguardo perché era fuori tempo massimo e aveva bucato. Ma questo poco importa. La gioia e la passione li ha accomunati fino alla fine quando a Daniele simbolicamente è stato consegnato un cappellino di “Ciclismodepanza” di Ellerre e un sacchetto di farina per la polenta del mulino di Cerete Basso perché con la motivazione di non aver “mollato mais”.
“Un grazie – conclude Matteo – va a gli organizzatori della Gimondi Bike che hanno offerto l’iscrizione, alla nutrizionista Sara Gosio che ci ha dato consigli, all’allenatore Bazzana e anche a Rosti per le maglie. Se le granfondo purtroppo in calo di iscrizioni ritrovassero la semplicità di una volta sarebbe una gioia per molti ciclisti amatoriali com’è stato per i nostri tre eroi”.
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