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Cronaca

Covid: silenzio sulla strage del 2020, i familiari si rivolgono ancora a Mattarella

Covid: silenzio intollerabile sulla strage del 2020 in bergamasca, i familiari si rivolgono ancora a Mattarella

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Si fa sempre più intollerabile il silenzio calato sulla strage che la prima ondata della pandemia da Covid19 ha causato soprattutto in bergamasca e in Val Seriana. Silenzio dal punto di vista mediatico e, ancor più grave, dal punto di vista istituzionale. Le varie rappresentanze politiche infatti non hanno mai affrontato le responsabilità, mentre la Procura di Bergamo non ha ancora chiuso l’inchiesta per epidemia colposa aperta nell’aprile 2020. Per questo i familiari della vittime riuniti nell’associazione #Sereniesempreuniti sono tornati a rivolgere un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’email sottoscritta dalla Presidente Cassandra Locati è stata protocollata al Quirinale oggi stesso.

L’appello integrale rivolto a Mattarella

Signor Presidente, rinnoviamo ancora una volta il nostro appello.
L’insieme degli errori commessi nella preparazione e nella gestione della pandemia ha procurato ai famigliari della provincia di Bergamo più di 6mila vittime in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti.
Lei, Signor Presidente, si era impegnato di persona, nel suo intervento a Bergamo il 28 giugno 2020. Citiamo alcuni passaggi testuali degli impegni assunti nel Suo discorso: «Oggi ci ritroviamo per ricordare. Per fare memoria dei tanti che non ci sono più. […] Ricordare significa assumere la consapevolezza di quello che è accaduto. […] Ricordare significa riflettere seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere. […] Significa anche rammentare il valore di quanto di positivo si è manifestato.»

Da allora sono trascorsi più di due anni. Abbiamo assunto consapevolezza di ciò che era accaduto? Abbiamo riflettuto seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato? Abbiamo riflettuto sulle carenze del sistema, sugli errori da evitare di ripetere? Abbiamo elaborato, dopo oltre due anni, ciò che è realmente successo? Abbiamo identificato ciò che non era stato preparato a dovere prima dell’emergenza? Abbiamo analizzato ciò che è accaduto durante la risposta alla calamità, su cosa è andato bene e meno bene?

Poco o nulla è stato fatto sinora. A quando, Signor Presidente?
Moltissimi Paesi “previdenti” hanno da tempo presentato al pubblico le risultanze degli ammaestramenti acquisiti nel corso della pandemia COVID-19. Gran Bretagna, Germania, Paesi nordici, Svizzera, Francia, Tailandia, Vietnam, Corea del Sud, Australia, giusto per citarne alcuni. Noi, al solito, non riusciamo ad essere nemmeno il fanalino di coda. Anche la proposta per una Commissione di inchiesta è stata discussa dalle Commissioni riunite Affari esteri e Affari Sociali, ma senza alcun esito.

Infine, la quasi totalità delle denunce presentate dai famigliari di vittime negli ospedali, RSA ecc. è stata archiviata. Noi, famigliari delle vittime che osserviamo dall’esterno, abbiamo l’impressione che su questi gravi fatti si voglia far cadere l’oblio, un colpevole silenzio.

Signor Presidente della Repubblica, noi non abbiamo ancora iniziato il processo di analisi degli errori che altri hanno già concluso da tempo. Siamo ancora in attesa delle decisioni della Procura di Bergamo che avrebbe dovuto chiudere le indagini entro l’aprile di quest’anno. Attendiamo, Signor Presidente, che lei intervenga in pubblico su questo tema.

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