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COLERE

Colere senza banca, la lettera di un cittadino: “Siamo tornati negli anni 60”

Comune di Colere rimasto senza banca. La lettera di un cittadino: “Proprio nel momento in cui si parla di novità nello sviluppo turistico siamo tornati negli anni 60”

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Il comune di Colere in questi giorni è rimasto senza banca. A renderlo noto un cittadino del comune della Val di Scalve con una lettera inviata alla nostra redazione. “Il paese di Colere, dove hanno sede alcune decine di attività di diversi settori economici, da questa settimana non ha più alcuna banca aperta. Ci sono stati anni in cui c’erano due sportelli di banche diverse, oltre ad un’altra filiale al Dezzo. Dopo la Banca Popolare di Bergamo, la BPER, che le è subentrata con sportelli sia in Colere che nella frazione di Dezzo di Scalve, ha chiuso tutto. Le ragioni non le conosce nessuno. Il Sindaco qualche tempo fa aveva saputo di questa decisione, accettando di buon grado che fosse lasciato operativo almeno il Bancomat. Non si sa se si sono cercate altre banche che potessero subentrare a queste chiusure che fanno retrocedere Colere agli anni ’60”.

Coleresi costretti a spostarsi nei paesi limitrofi

“Nel frattempo – prosegue la lettra- nei vicini paesi di Schilpario e Vilminore sono aperte ben 2 banche diverse per ogni comune. Quindi mezza Val di Scalve da questa settimana deve recarsi agli sportelli degli altri paesi, con disagi notevoli, sia per le distanze sulle strade pericolose (specie d’inverno), sia per le code che si sono registrate nelle filiale rimaste aperte, già nella prima giornata di chiusura. Come è noto, al Bancomat si eseguono solo operazioni di prelievo di contanti, mentre per bonifici, pagamento di tasse e per operazioni finanziarie bisogna spostarsi. In particolare i coleresi devono percorrere quasi gli stessi chilometri di quanti servono per raggiungere Clusone. Non si conosce se qualche autorità comunale o la Comunità Montana si sia preso a cuore il problema e abbia promosso iniziative per cercare alternative con altre Banche. Proprio nel momento in cui si parla di novità nello sviluppo turistico e commerciale della Valle di Scalve attraverso iniziative dei privati, la carenza di servizi bancari in 2 paesi sono un segno negativo che va a danneggiare tutta l’economia scalvina. Sarebbe impostante l’interessamento della stampa provinciale e regionale su un problema che purtroppo è presente anche in altri paesi”.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Lorenzo

    2 Novembre 2022 at 21:12

    Ringraziate tutti quelli che sono corsi a vendere UBI per fare i soldi!!…. grandi, ci abbiamo davvero guadagnato!

  2. Al.

    3 Novembre 2022 at 14:32

    Mi affianco al commento precedente con un dato: il 98% dei clienti della ex ubibanca ha aderito alla fusione in banca intesa, per una manciata di euro in più. Sportelli poi successivamente ceduti alla bper. Inutile lamentarsi adesso. Dovevate pensarci meglio prima…..

  3. il mio

    3 Novembre 2022 at 16:16

    Ormai le banche sono tutte online. Imparerete ad usare i pos e le carte. Ghe mia tat de fa.

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