Cronaca
Rinnovo del contratto degli enti locali: a Bergamo coinvolti 6.200 lavoratori
Il nuovo Contratto, che riguarda il triennio già concluso 2019-2021, prevede un aumento delle retribuzioni a partire da 81 euro, con un incremento complessivo pari a circa il 5%, di cui il 3,78 % sui valori tabellari
Lo scorso agosto era arrivata la prima intesa sull’ipotesi di accordo, ma la firma ufficiale, definitiva, è di questa mattina: è stato rinnovato oggi il Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto delle Funzioni locali che rappresenta i lavoratori di Comuni, Province, Regioni, Camere di commercio, delle case di riposo ex IPAB e delle aziende speciali.
Contratto enti locali: cosa cambia
In provincia di Bergamo sono coinvolti nel rinnovo circa 5.100 dipendenti pubblici e altri 1.100 che lavorano nelle case di riposo o nei servizi offerti dalle aziende pubbliche speciali (sul territorio ABF, Risorse Sociali di Treviglio, …). Il nuovo Contratto, che riguarda il triennio già concluso 2019-2021, prevede un aumento delle retribuzioni a partire da 81 euro, con un incremento complessivo pari a circa il 5%, di cui il 3,78 % sui valori tabellari. È prevista poi una riforma dell’ordinamento professionale (dopo ben ventitré anni!) con un nuovo sistema di classificazione dei profili.
“Il rinnovo arriva al termine di un lungo confronto e dopo la stipula dei contratti delle Funzioni Centrali e della Sanità e davvero farà la differenza in termini di valorizzazione del personale e incremento economico”, hanno commentato Dino Pusceddu per FP-CGIL, Maurizio Lorini per CISL-FP e Antonio Montanino per UIL-FPL di Bergamo. “Da dicembre i lavoratori vedranno aumentare i loro stipendi da un minimo di 81 euro, a cui si aggiungerà un arretrato che varierà da 1.266 euro a 2.356 euro. Il contratto prevede anche un aumento degli incentivi alla produttività media di 170 euro per dipendente per finanziare gli importi delle indennità del personale che vengono incrementati. Ma il testo firmato non si limita ad aumentare gli stipendi. Rivede, infatti, l’ordinamento professionale del personale dopo oltre vent’anni: i dipendenti non saranno più inquadrati in categorie ma verranno suddivisi tra l’area degli operatori, operatori esperti, istruttori e funzionari a seconda delle attività svolte. Un aggiornamento necessario, questo, per rispondere alle esigenze di attuazione dei piani del Pnrr che ricadranno in gran parte sui Comuni. Si mettono quindi a disposizione delle risorse (pari allo 0,55% della spesa del personale 2018) per permettere ai dipendenti con almeno 5 anni di esperienza di progredire nella propria carriera e riconoscere le professionalità interne anche se non in possesso del titolo di studio”, proseguono i sindacalisti.
“Sono, inoltre, riconosciuti incrementi economici al personale operante nei servizi educativi, nella polizia locale o che abbiano la necessità di essere iscritti ad un albo per svolgere la propria professione (ad esempio gli assistenti sociali) e vengono finalmente inquadrati correttamente nella categoria dei funzionari, la più alta, sia gli infermieri operanti nelle case di riposo che il personale educativo”. Viene migliorata la disciplina sull’utilizzo dei congedi per le donne vittime di violenza e per i genitori. Si prevede, infine, l’introduzione di una nuova disciplina contrattuale per il lavoro agile e quello da remoto.
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