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Cronaca

Yara: il gip di Venezia indaga la pm Letizia Ruggeri

L’ipotesi è di depistaggio nella conservazione dei campioni di Dna rinvenuti sul corpo della 13enne di Brembate di Sopra

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Il gip di Venezia Alberto Scaramuzza ha disposto l’iscrizione nel Registro degli indagati di Letizia Ruggeri, pm del caso di Yara Gambirasio, ciò per valutare un eventuale depistaggio da parte del magistrato. Secondo il giudice per le indagini preliminari di Venezia, il pubblico ministero potrebbe non aver gestito correttamente la conservazione dei campioni di Dna rinvenuti sul corpo della 13enne di Brembate di Sopra. Materiale risultato decisivo poi per la condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti.

Caso Yara: iscritta nel registro degli indagati la pm Letizia Ruggeri

Il gip di Venezia ha archiviato la posizione del presidente della Corte d’Assise Giovanni Petillo e della funzionaria dell’ufficio corpi di reato Laura Epis indagati in un primo momento, per procedere nei confronti del pm Letizia Ruggeri, “a fronte di una denunzia-querela e di un atto di opposizione di parte offesa (Bossetti ndr) in buona parte indirizzati nei riguardi proprio di comportamenti del pm Ruggeri Letizia”.

Nell’ordinanza, il gip specifica che ora si richiede l’iscrizione “al fine di permette al pm una compiuta valutazione” e un “necessario approfondimento” sulle sue azioni. La questione su cui si è pronunciato il tribunale di Venezia (competente sui magistrati di Bergamo) riguarda le 54 provette contenenti la traccia biologica mista di vittima e carnefice – e da cui è stato estratto il Dna di Ignoto 1 – spostati dal frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano all’ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo. 

Per Claudio Salvagni, difensore di Bossetti, quel cambio di destinazione, interrompendo la catena del freddo (i campioni erano conservati a 80 gradi sottozero) potrebbe aver deteriorato il Dna rendendo vano qualsiasi eventuale tentativo di nuove analisi.        

Nell’atto di quasi 70 pagine, di opposizione all’archiviazione, si mettono in fila più date a partire dal 26 novembre 2019 (dopo la pronuncia della Cassazione) quando la difesa richiede l’accesso ai campioni di Dna e l’indomani ottiene l’autorizzazione, ma non sa che il pm Ruggeri ha già chiesto di spostare le provette: il 21 novembre i 54 campioni vengono tolti dal frigo e consegnati dal professore Giorgio Casari ai carabinieri di Bergamo, raggiungeranno il tribunale il 2 dicembre 2019, “12 giorni dopo” aver lasciato il San Raffaele.        

Se per la procura di Venezia né le verifiche né i testimoni hanno fatto emergere la prova che, da parte degli indagati Petillo ed Epis, ci sia mai stata la volontà di distruggere o danneggiare quei campioni di Dna, ora spetta al pm Ruggeri dimostrare la sua buona fede.

Il Procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani resta “francamente sorpreso che dopo tre gradi di giudizio, dopo sette rigetti dei giudici di Bergamo sia all’analisi che alla verifica dello stato di conservazione dei reparti e dei campioni residui di dna” vi sia stata l’iscrizione nel Registro degli indagati del pm del caso Yara Letizia Ruggeri, disposta del gip di Venezia. “Sono fiducioso – conclude – che in sede di indagini emergerà la correttezza dei comportamenti tenuti dalla collega”.

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