Cronaca
Soccorso Alpino, formazione continua nella ricerca di persone disperse
I tecnici coinvolti nelle giornate di formazione, provenienti da tutta la Lombardia, erano in totale 36 e, per la prima volta, l’approccio è stato di portata regionale
L’ambito della ricerca di persone disperse è un settore in cui il Cnsas – Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico – sempre più spesso è chiamato a operare. Nelle ultime settimane in Lombardia si sono tenuti diversi incontri e momenti di formazione e aggiornamento per i nostri soccorritori specializzati in questo ruolo. I tecnici coinvolti, provenienti da tutta la Lombardia, erano in totale 36 e, per la prima volta, l’approccio è stato di portata regionale. La gestione a livello locale finora è stata quella prevalente ma da alcuni anni capita sempre più spesso che le ricerche interessino territori più complessi ed estesi, oppure che i giorni o le settimane d’impegno consecutivi, senza sosta, siano sempre di più, con una notevole esigenza di ricambio del personale. A questo si aggiunge l’uniformità di protocolli e di riferimenti condivisi da tutti, affinché la comprensione tra i soccorritori sia immediata e le modalità di azione e di pianificazione strategica siano coerenti. Oltre all’impegno, i nostri soccorritori assumono anche un certo grado di responsabilità, in situazioni di indubbia complessità che richiedono non solo una notevole e dimostrata esperienza, ma anche una corretta e specifica preparazione e il relativo mantenimento a livelli di eccellenza.
Gli incontri sono avvenuti in presenza, il 17 e 18 dicembre 2022 a Ponte di Legno (BS) ma anche a distanza, dalla metà di ottobre, grazie all’utilizzo del nuovo gestionale “G.E.C.o”, uno strumento per la conduzione di eventi complessi, come appunto le operazioni di ricerca o le maxi emergenze. Le figure del Cnsas che agiscono nell’ambito della ricerca di persone disperse sono tutte certificate dalla SNaDos, la Scuola nazionale direttori delle operazioni di soccorso: il TeR (tecnico di ricerca) è un soccorritore che ha già superato le selezioni e le abilitazioni di base, come pure il COR, che è il coordinatore delle operazioni di ricerca sul campo; il CORF infine è un COR specializzato nella formazione. Sono tutte figure professionali specialistiche, come riconosciuto dalla Legge 74/2001 (e successive modifiche L 126/2020), che convalida anche il valore di solidarietà sociale e la funzione di servizio di pubblica utilità del Corpo. Il loro ruolo è quello di gestire e coordinare un numero elevato di persone, dai tecnici Cnsas (di soccorso alpino, speleologico, di soccorso in forra, unità cinofile e molte altre specializzazioni), fino ai rapporti con le realtà istituzionali, come Prefetture, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Vigili del fuoco, amministrazioni comunali, associazioni di Protezione civile.
I temi trattati durante gli incontri hanno riguardato la legislazione del soccorso alpino, l’impiego delle risorse unità cinofile di superficie e molecolari, l’utilizzo di cartografia e strumenti di localizzazione (grazie anche al contributo della Guardia di finanza, che ha approfondito alcuni aspetti sulle nuove tecnologie), la pianificazione della strategia di ricerca e l’utilizzo del nuovo gestionale “G.E.C.o”. Negli ultimi anni la ricerca è cambiata: dopo la pandemia, sono aumentate le persone che vanno in montagna, in ogni momento dell’anno, senza una preparazione adeguata: questo comporta un maggior numero di attivazioni, dal cercatore di funghi e castagne all’escursionista disorientato perché diventa buio, dal turista che non conosce il posto fino a situazioni molto più complesse. Il Cnsas investe molto in questa direzione ma è necessario continuare a diffondere la cultura della sicurezza in montagna e della prevenzione. A conclusione delle giornate di addestramento e formazione già tenute, nel mese di gennaio del 2023 si svolgeranno le verifiche su quanto appreso.
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