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Cronaca

Inchiesta Covid: “Che imbarazzo le chat, perché i vertici sono ancora ai loro posti?”

Il sindaco di Castione pone la questione dell’imbarazzo che i vertici della sanità bergamasca dovrebbero avere alla luce delle indiscrezioni uscite sulla stampa

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Non usa mezzi termini Angelo Migliorati, sindaco di Castione della Presolana, relativamente alle indiscrezioni che negli ultimi giorni emergono sulla stampa riguardo alla gestione della primissima fase pandemia in bergamasca: dopo la chiusura delle indagini della Procura di Bergamo, con 19 indagati tra tecnici e politici, quello che emerge da chat e verbali è l’inadeguatezza e la volontà di tenere nascosta l’emergenza senza condividere totalmente, tra l’altro, dati e decisioni con gli amministratori locali sempre in prima linea come lo stesso Migliorati che fu l’unico sindaco della bergamasca a chiedere la zona rossa per tutta la Val Seriana.

Così ad esempio scriveva un funzionare di Regione Lombardia ad un consigliere regionale il 26 febbraio alle 19:12: pochi giorni dopo Codogno la bomba era ormai esplosa ma l’allora assessore al Welfare Giulio Gallera non voleva diffondere i dati, di fatto non garantendo la trasparenza che sta alla base di ogni emergenza.

Tornando a Migliorati ha sempre denunciato, anche a mezzo stampa, l’inadeguatezza dei vertici della sanità bergamasca e anche oggi, alla luce delle risultanze della Procura, si chiede com’è possibile che queste persone ricoprano ancora i loro incarichi.

“Sui quotidiani stiamo leggendo le notizie sulle indagini della Procura di Bergamo nel periodo COVID, tra cui le tante comunicazioni e chat che avvennero nel 2020 tra coloro che dovevano gestire la pandemia; Governo, Regione, ATS e ASST – scrive Migliorati sui suoi social -. Premetto che il rinvio a giudizio è un atto di garanzia per la persona indagata, che non va considerata colpevole fino a sentenza, ed ha tutto il diritto di dimostrare la sua versione dei fatti. Rimane però il disagio, il fastidio e l’imbarazzo che si prova leggendo quanto scrivevano i vertici della sanità bergamasca, di ATS e ASST, e viene da chiedersi perché sono ancora ai loro posti“.

Tra gli indagati ci sono Massimo Giupponi (in foto con Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia anch’esso indagato), direttore di ATS Bergamo che dovrà rispondere di falso ideologico e rifiuto e omissione di atti d’ufficio. Indagati anche Francesco Locati, Direttore Generale ASST Bergamo Est e Roberto Cosentina, ex Direttore Sanitario ASST Bergamo Est, entrambi indagati epidemia colposa e omicidio e lesioni colposi. Le loro colpe, a vario titolo, sarebbero di non aver agito in tempo nei primi mesi del 2020 per contenere i contagi e comunque in modo non sufficiente.

Nelle chat si leggono conversazioni nervose, dove non mancano insulti. Ad emergere anche la totale consapevolezza di quanto stesse accadendo mentre ciò che veniva raccontato alla popolazione era il contrario. Le chat coinvolgono sindaci, politici a tutti i livelli e addetti alla comunicazione che si sono da subito confrontati – sostenendo il contrario – soprattutto sulla mancata zona rossa.

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