Cronaca
Il Cai vieta nuove croci in montagna; l’assessore Caruso: “Scelta sbagliata”
Francesca Caruso, Assessore alla Cultura di Regione Lombardia, interviene in merito alla proposta del Cai di non innalzare più nuove croci sulle montagne
“Personalmente ritengo non condivisibile la posizione del Cai che prevede di non innalzare più nuove croci sulle cime delle nostre montagne. Penso si tratti di una scelta sbagliata innanzitutto dal punto di vista culturale: il simbolo della croce, specialmente in cima alle Alpi e agli Appennini italiani, è custode innanzitutto di una storia e di una tradizione che da secoli hanno contribuito ad arricchire l’identità del nostro Paese. In quegli scenari mozzafiato, che costituiscono un patrimonio paesaggistico e naturalistico di straordinaria bellezza, le croci possono costituire per tutti, al di là del proprio credo religioso, un elemento culturale, e talvolta anche artistico, che si incontra lungo i propri cammini.” Lo dichiara Francesca Caruso, Assessore alla Cultura di Regione Lombardia.
La posizione del Cai – approfondita in un articolo pubblicato su Lo Scarpone -, è stata lanciata durante un incontro all’università Cattolica di Milano, in occasione della presentazione di un libro dedicato al legame tra montagna e religione, dal papa “montanaro” Giovanni Paolo II fino al rapporto profondo tra spiritualità, riflessione e natura. La prospettiva, spiega il Cai, “ha trovato tra i presenti una larga concordanza sulla necessità di lasciare integre le croci esistenti, perché testimonianze significative di uno spaccato culturale, e allo stesso tempo di evitare l’installazione di nuovi simboli sulle cime”.
“Mi auguro – continua Caruso – che si possa approfondire la questione, instaurando un dialogo e ascoltando le voci di tutti. Sarebbe un errore compiere una scelta così netta magari per allinearsi a una “moda” o ad alcune posizioni laiciste più estreme. Le croci, così come tutti i simboli che caratterizzano l’identità di una comunità, dovrebbero essere strumenti di incontro, confronto e conoscenza anche tra diverse storie, tradizioni, e confessioni religiose. Proprio per favorire questi aspetti fondamentali nel dialogo interculturale, ritengo sia sbagliato accodarsi a quella tendenza all’omologazione e alla negazione dei simboli identitari che sembra caratterizzare molte posizioni ideologiche del nostro tempo. Per questo penso possa costituire un’ulteriore opportunità di arricchimento culturale e anche artistico lasciare aperta la possibilità di poter innalzare anche nuove croci sulle vette delle nostre montagne”.
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pezzoli ferrante
25 Giugno 2023 at 15:16
finalmente un’idea condivisibile ma che doveva essere attuata già da tempoprima che tutte le croci deturpassero i paesaggi montani, se l’assessora regionale scambia la manifestazione fallica di marcare le vette con una culturale ha grossi problemi!!!!!