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Cronaca

Un referendum popolare per ridare in Lombardia priorità alla sanità pubblica

Oltre 100 elettori promotori hanno depositato al Protocollo della Regione una proposta di Referendum abrogativo regionale impostata su tre quesiti

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Ridare preminenza al servizio sanitario pubblico in Lombardia: presentato giovedì 27 luglio il referendum popolare abrogativo. Oltre 100 elettori promotori hanno depositato al Protocollo della Regione una proposta di Referendum abrogativo regionale impostata su tre quesiti relativi alla legge sanitaria regionale, L. 33/2009, modificata da ultimo con la L. 22/2021. Al centro della proposta di referendum il nodo cruciale dei rapporti pubblico-privato in sanità, alla base delle pesanti criticità presenti nel servizio sanitario pubblico regionale.

“I quesiti riguardano, infatti, la equivalenza pubblico-privato e la estensione delle funzioni e dei servizi che il pubblico può delegare al privato rispettivamente da parte delle ATS e delle ASST. L’abrogazione di questi passaggi ha l’obiettivo di riportare al pubblico la funzione di programmazione, di controllo pieno della erogazione dei servizi a partire da quelli di prevenzione, garantendo universalità di accesso, gratuità e partecipazione”, come ha spiegato Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica, intervenendo nella Conferenza Stampa, convocata per illustrare le ragioni di questa iniziativa popolare, promossa da diverse associazioni e organizzazioni.

Per Vittorio Agnoletto responsabile dell’Osservatorio Salute “è necessario ridurre i finanziamenti alle strutture private aumentando quelli alle strutture pubbliche per evitare che, con l’avanzata del privato dentro il Servizio Sanitario Regionale, il cittadino sia privato dell’assistenza sanitaria. Se il pubblico finanzia il privato, deve poi controllarne l’operato”.

“Come ARCI Lombardia, soggetto partecipato del Terzo Settore – ha dichiarato il presidente regionale Massimo Cortesi – da molto tempo raccogliamo istanze preoccupanti sullo stato della sanità lombarda attraverso la nostra rete di circoli e di nostri sportelli sociali. Pensiamo, con questa proposta, di ridare una centralità Pubblica alla tutela della salute delle persone come previsto dall’articolo 32 della Costituzione: centralità che non andrà a creare discontinuità delle attività delle strutture sanitarie e dell’integrazione delle strutture private e del privato sociale ma abbiamo la convinzione che potrà ridurre le disuguaglianze oggi in preoccupante fase espansiva”.

Andrea Villa, presidente ACLI Milano, ha detto che “vogliamo affermare la necessità che l’istituzione pubblica riprenda la funzione di analisi dei bisogni dei cittadini lombardi e della programmazione dei servizi sanitari. Come ad esempio su quali specialità, su quali servizi di pronto soccorso o di lunga degenza è importante investire in ogni territorio: un ruolo di programmazione che non può essere demandato al privato che persegue logiche di maggiore redditività. Immaginiamo un sistema sanitario a regia e programmazione pubblica che veda ancora nella gestione dei servizi sanitari, le aziende ospedaliere pubbliche, quelle private convenzionate e quelle del privato sociale, in una logica di vera sussidiarietà, di cui anche il mondo cattolico è oggi un protagonista”.

Referendum sanità pubblica promosso dalle sigle sindacali

L’iniziativa referendaria è il proseguimento della grande e unitaria mobilitazione in atto da tempo in Lombardia sulla situazione drammatica del servizio sanitario pubblico, fra cui la grande manifestazione del 1 aprile in Piazza Duomo e del 24 maggio sotto la Regione.

Monica Vangi, segretaria Cgil Lombardia, sottolinea: “La nostra campagna referendaria riguarda l’abrogazione di alcune norme contenute nel Testo Unico delle Leggi regionali in materia di sanità. È la naturale prosecuzione delle nostre iniziative per ridare ai cittadini lombardi una sanità giusta ed efficace. Sono anni che interveniamo puntualmente su ogni provvedimento, presentiamo proposte di modifica, interloquiamo con i vari assessori al Welfare e promuoviamo iniziative di protesta a sostegno delle nostre proposte. Oggi è giunto il momento di ridare la parola ai lombardi, chiamandoli ad esprimersi direttamente con il proprio voto. Siamo convinti che un tema così importante e vicino alla quotidiana odissea delle liste d’attesa. Siamo contenti di avere importanti compagni di viaggio in questa avventura“.

Per Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia:Anche l’ultima legge regionale in materia sanitaria, la n. 22 del 2021, ha determinato, con gli altri provvedimenti legislativi, un pesante arretramento del perimetro pubblico. La parificazione, in una logica di mercato, di sanità pubblica e sanità privata garantisce sempre meno il diritto alla salute delle persone. Con l’attuale impianto normativo si va verso la privatizzazione del sistema, lasciando soli i cittadini e le cittadine, i lavoratori e le lavoratrici della sanità. È necessario allora rafforzare il sistema sanitario lombardo attraverso un piano straordinario di assunzioni, dagli ospedali e fino ai servizi sul territorio. Sosteniamo dunque con determinazione le ragioni della campagna referendaria per cambiare l’attuale assetto legislativo regionale“.

Federica Trapletti, segretaria Spi Cgil Lombardia, sottolinea: “Gli anziani sono coloro che più stanno pagando per le inefficienze del nostro sistema sanitario regionale. Sono sempre di più quelli che rinunciano a curarsi a causa delle lunghissime liste d’attesa poiché non possono permettersi prestazioni a pagamento. È necessario rafforzare la sanità pubblica e il referendum ha questo obiettivo“.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Tom

    29 Luglio 2023 at 10:05

    Ottimo attendiamo di sapere dove firmare, e se é possibile farlo online…🙏😌

  2. Carmela

    31 Luglio 2023 at 11:40

    Voglio firmare il referendum

  3. il mio

    31 Luglio 2023 at 12:53

    Sarà da fare in comune. Andrò a informarmi.

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