Cronaca
A Bergamo medicina impegnata nella transizione ecologica
Servizi sanitari e transizione ecologica: a Bergamo un documento ad hoc condiviso dalle istituzioni della medicina
È stato siglato oggi, presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Bergamo, il documento “Servizi sanitari e transizione ecologica: un’alleanza tra le istituzioni”.
Il protocollo vede l’adesione di Omceo Bergamo, Asst Papa Giovanni XXIII, Asst Bergamo Est, Asst Bergamo Ovest, Ats Bergamo, Università degli Studi di Bergamo, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e Comune di Bergamo.
L’emergenza climatica è senza dubbio una grave minaccia per la salute dell’uomo e l’ambito sanitario – che rappresenta, tra i servizi pubblici, la principale fonte di immissioni in atmosfera di CO2 – è chiamato a contribuire, al pari degli altri settori, al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050 come stabilito dagli Accordi internazionali di Parigi.
Per affrontare il tema in modo concreto e collaborativo, le Istituzioni coinvolte, hanno costituito un Comitato con il compito di definire, in relazione alle specifiche e diverse competenze, le strategie e gli ambiti prioritari d’intervento per ridurre l’impronta ecologica dei servizi sanitari; promuovere iniziative comuni, tra cui la comunicazione e la formazione dei professionisti della salute e dei cittadini in tema di ambiente e salute, anche attraverso l’organizzazione di conferenze e pubblici dibattiti finalizzati a diffondere, quanto più capillarmente possibile, l’informazione e la partecipazione; verificare periodicamente i risultati raggiunti, evidenziandone i punti di forza e le criticità. Sei le aree di intervento, elencate da Antonio Bonaldi, fondatore di Slow Medicine, che ha introdotto l’evento: gestione degli edifici (riscaldamento, raffrescamento e illuminazione); trasferimenti e mobilità del personale, dei pazienti e dei visitatori; rifiuti sanitari; alimentazione sana e sostenibile; utilizzo di gas anestetici, farmaci, dispositivi medici; appropriatezza delle cure (il 20-30% delle prestazioni sanitarie sono inutili o inappropriate).
Le dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni coinvolte
«Lo stesso codice di deontologia medica richiama i professionisti alla promozione delle politiche ambientali, quali elementi che sostanziano la tutela della salute individuale e collettiva, senza la quale non sono realizzabili obiettivi di benessere e di equità sociali. È quindi nostro dovere – ha dichiarato Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Bergamo – intraprendere azioni per ridurre l’impronta ecologica dei servizi sanitari senza compromettere la quantità e la qualità delle cure. In questo senso l’Ordine si è fatto promotore dell’alleanza: insieme ci impegniamo in una serie di azioni di miglioramento, verificabili sulla base di indicatori definiti, che ambiscono a proporre la realtà bergamasca come un modello virtuoso di interazione finalizzata a un’assistenza sanitaria non solo di eccellenza, ma anche sostenibile sotto il profilo ambientale, nelle sue scelte di sviluppo e organizzazione».
«La firma di oggi è molto significativa per l’Asst Papa Giovanni XXIII che sta già concretamente investendo risorse e energie per mitigare i risultati del cambiamento climatico. Credo fermamente – ha aggiunto il direttore generale, Beatrice Stasi – che il gioco di squadra sia strategico e certamente metteremo a disposizione tutto il nostro know how per contribuire sia alla battaglia comune sul clima, sia alla salute delle persone. Grazie anche al P.N.R.R. e al prezioso lavoro dei nostri tecnici (energy manager ing. Gianluca Santini e mobility manager ing. Matteo Persico) stiamo facendo concreti passi avanti nei consumi energetici dei presidi e nel favorire la mobilità dolce. A Bergamo, nel presidio di Piazza Oms, si sta lavorando a un impianto fotovoltaico e a una centrale per la produzione combinata di energia elettrica, termica e frigorifera mentre all’ospedale di San Giovanni Bianco a una centrale termica e sull’implementazione di un impianto di tri-generazione; sul territorio abbiamo invece sostituito gli impianti di illuminazione esterna dei principali presidi territoriali. Parallelamente presso i parcheggi sono state installate sedici colonnine di ricarica per veicoli elettrici, dodici tramite finanziamento regionale e quattro donate ed è in corso di realizzazione, sempre tramite finanziamento regionale, un’ulteriore infrastruttura di ricarica elettrica presso i parcheggi della flotta aziendale, all’interno della quale sono presenti veicoli ibridi; inoltre, grazie a intese intercorse con la Direzione Amministrativa della Asst, è in via di realizzazione la velostazione a cura del Comune di Bergamo presso l’Ospedale Papa Giovanni nel comune intento di incentivare il trasporto su bicicletta. Per la gestione dei rifiuti sanitari l’azienda è allineata ai requisiti della normativa vigente; sul tema dei rifiuti “ordinari”, inoltre, in Asst è stata avviata proprio recentemente una campagna interna tesa a migliorare, mediante formazione degli operatori e modifica dei contenitori per il conferimento, la corretta individuazione e differenziazione della tipologia di rifiuto in modo da rendere il più efficiente possibile lo smaltimento. Siamo inoltre impegnati a migliorare l’approvvigionamento dei dispositivi medici, farmaci, gas medicinali e gas anestetici, al fine di ottenere prodotti innovativi e con tecnologie più efficienti. infine, l’Asst ha già posto grande attenzione riguardo l’appropriatezza delle cure e delle prestazioni sanitarie, nell’ottica di ridurre il più possibile le attività inappropriate e contemporaneamente aumentare l’efficacia di quelle già esistenti».
«Questa alleanza tra Istituzioni si inserisce in uno degli ambiti strategici per la nostra azienda: prendersi cura delle persone e dell’ambiente – ha ribadito il direttore generale, Francesco Locati -. L’Asst Bergamo Est è una delle sette strutture sanitarie italiane che hanno aderito al progetto internazionale “Global Green and Healthy Hospitals” per ridurre l’impatto ambientale e promuovere salute. L’obiettivo è quello di ridurre l’impronta ecologica dei servizi sanitari senza compromettere la quantità e la qualità delle cure, agendo su tre fronti: rendere consapevoli tutti coloro che operano nell’azienda sanitaria (medici, infermieri, tecnici e amministrativi) dei rischi associati all’emergenza climatica; identificare e avviare iniziative capaci di mitigare l’impatto ecologico delle cure, facendo in modo che tutti imparino a valutare le conseguenze delle proprie decisioni anche dal punto di vista dell’ambiente, cercando in ogni circostanza di adottare le soluzioni più sostenibili; individuare idonei indicatori di processo e di risultato attraverso i quali monitorare le attività, riconoscere i successi e mettere in atto le eventuali azioni correttive. La nostra volontà è la costruzione di una rete che permetta di scambiare esperienze e apprendere da coloro che raggiungono risultati positivi, in modo integrato e interdisciplinare, grazie anche al lavoro dell’energy manager, ing. Luca Bertoni».
«È un vero piacere per noi poter aderire ad un’iniziativa così importante – ha commentato Andrea Ghedi, direttore sociosanitario Asst Bergamo Ovest – la riduzione dell’impronta ecologica nell’erogazione di servizi sociosanitaria è un traguardo sostenibile ed insieme a questo tavolo può divenire possibile!».
«L’obiettivo di una prima sostanziale diminuzione e la successiva assenza di emissioni è tanto ambizioso quanto fondamentale per il Sistema Sanitario Nazionale, chiamato per i suoi volumi di attività ad essere aderente alle disposizioni e proattivo nelle iniziative per la realizzazione della neutralità, attraverso la concretezza che lo contraddistingue. Ats Bergamo – ha sottolineato il direttore generale, Massimo Giupponi – si rende parte attiva del Comitato in costituzione oggi, in sinergia col territorio bergamasco per intraprendere quanto prima le azioni di rete che saranno fulcro del Progetto. Grazie ad Omceo per la sensibilità dimostrata nel promuovere l’iniziativa: lavoriamo assieme da oggi, per consegnare ai cittadini un Ssn più efficiente a 360 gradi».
«L’Università di Bergamo e in particolare il Dipartimento di Ingegneria gestionale dell’Informazione e della Produzione – ha ricordato il prof. Daniele Regazzoni – contribuirà attivamente al progetto fornendo competenze, metodi e strumenti avanzati per la valutazione oggettiva dell’impatto ambientale delle strutture sanitarie, per individuare le criticità più rilevanti e monitorare nel tempo gli indici più significativi».
«L’Istituto Mario Negri – ha spiegato il direttore Giuseppe Remuzzi – attraverso l’Italian Institute for Planetary Health si propone di contribuire al progetto focalizzandosi sull’impatto di una cattiva alimentazione sulla salute dell’uomo e del pianeta e offrendo indicazioni sulle azioni da intraprendere per ridurre l’inquinamento atmosferico, il consumo di suolo, l’acidità degli oceani e la quantità di fosfati nei terreni destinati all’agricoltura. Il centro di documentazione dell’Istituto Mario Negri svolgerà anche un’attività di monitoraggio critico sulle pubblicazioni in rapporto al clima, alle attività di mitigazione e, ancora di più, a tutto quello che si può fare anche in provincia di Bergamo per far fronte alle inevitabili conseguenze del riscaldamento globale da qui fino al 2050».
«La volontà di candidarci con successo per rientrare tra le città del progetto europea verso la neutralità climatica – ha concluso Stefano Zenoni, Assessore Ambiente e mobilità Comune di Bergamo – ci spinge oggi ad allargare a livello locale la platea dei partner e delle collaborazioni con soggetti pubblici e privati per la riduzione delle emissioni di gas serra. L’obiettivo è quello di rendere il progetto “netcities” una sfida per tutta la società intera, sotto ogni aspetto. Stiamo proprio in questi giorni avviando il percorso per coinvolgere nuovi portatori di interesse all’interno della costruzione del contratto di città (city contract) che la Commissione Europea ci chiede di elaborare da qui a sei mesi. In questo senso, l’accordo con il settore sanitario è un tassello fondamentale per l’importanza che riveste nella vita della città e dei cittadini»
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