Seguici su

Cronaca

Emergenza bus scolastisci, i sindacati: “La solita emergenza più che annunciata”

Trasporto pubblico locale a Bergamo, i sindacati: “La solita emergenza più che annunciata. Ora con Arriva si torni a contrattare l’orario e a rivedere i nastri dell’extraurbano”

Pubblicato

il

Suona la prima campanella nelle scuole bergamasche e parte, puntuale, la solita polemica. Fondata, reale, concreta, ma pur sempre la stessa, immutata ogni anno perché nulla viene fatto per risolvere i problemi. Da molto tempo i sindacati denunciano – e non solo nel mese di settembre – la “profonda crisi del trasporto pubblico locale arrivato al collasso, fra alto turn over dei lavoratori, tendenza alla cronicizzazione della carenza di autisti, condizioni di lavoro peggiorate, penuria di risorse economiche, bassi salari”.

Le dichiarazioni di oggi dei sindacati di cateoria

“Sappiamo bene che svolgere questo mestiere in un’azienda del TPL non è più considerato appetibile” hanno detto oggi i segretari generali Marco Sala di FILT-CGIL e Pasquale Salvatore di FIT-CISL di Bergamo. “La mancanza di risorse e stanziamenti nel comparto non significa solo impossibilità di migliorare le condizioni salariali, ma anche difficoltà nel rinnovare e aumentare i mezzi. Questo si traduce in un complessivo peggioramento del servizio, tra sovraffollamento nelle ore di punta – soprattutto scolastiche – e minore attrattività come strumento di mobilità alternativo al mezzo privato. Il TPL sembra essere stato abbandonato al suo destino come fosse un settore marginale”.

“Fino a quando le istituzioni, cioè Regione e Ministero dei Trasporti, non passeranno dalle parole ai fatti, e cioè finché non incrementeranno le risorse economiche da stanziare per i salari ma anche per il rinnovo e l’aumento dei mezzi, non ci muoveremo di un millimetro con il sovraffollamento e la mancanza di personale” proseguono i due sindacalisti.

In provincia di Bergamo è soprattutto il settore del trasporto pubblico extraurbano a mostrare fragilità, problemi e a registrare tensioni. È l’azienda Arriva che gestisce quasi tutto il servizio esterno al capoluogo.

Cosa chiederanno ad Arriva i sindacati

“Da parte sindacale, con Arriva dobbiamo rimettere mano alla regolazione dei turni spalmati sui cosiddetti nastri di 14 ore. Per nastro lavorativo intendiamo l’impegno medio giornaliero che il Contratto Collettivo nazionale di lavoro prevede di 12 ore, a fronte di un orario effettivo di lavoro di 6 ore e mezzo, di norma con la possibilità massima di tre riprese. Un accordo siglato con Arriva nel 2017 allungò il nastro fino alle 14 ore. Da quell’intesa dobbiamo ripartire, per cambiarla. Chiediamo ufficialmente di riaprire la discussione. È ora di farlo, Arriva non può sottrarsi.

Quell’accordo fu una soluzione trovata a fronte della disdetta unilaterale di tutti i vecchi accordi Sab in concomitanza con il processo di fusione con Sal, per confluire appunto in Arriva” spiegano Sala e Salvatore. “Si decise di sottoscriverlo per la salvaguardia del salario, concedendo deroghe sull’orario di lavoro. Non abbiamo avuto altra scelta, il clima era terribile, era stata azzerata completamente tutta la storia di relazioni sindacali precedenti. Poi è arrivato il Covid che ha messo in ginocchio il settore, immobilizzando ancora di più la contrattazione di secondo livello. Oggi però pensiamo sia giunto il momento di rivedere quell’intesa, per i 280 autisti di Arriva che non ce la fanno più e che hanno ragione”.

FILT-CGIL e FIT-CISL fanno sapere, intanto, che per la prossima settimana è in programma un incontro con il nuovo direttore dell’Agenzia di Trasporto Pubblico Locale (data ancora da fissare).

Continua a leggere le notizie di Valseriana News e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *