Cronaca
La strage Covid della bergamasca ha dei responsabili e i geni di Neanderthal non c’entrano
L’incredulità di molti cittadini così come dei familiari delle vittime del virus, riguarda soprattutto l’interpretazione della notizia: in molti casi si dà la responsabilità di questi geni ai 6000 morti in più della bergamasca
Ha scatenato diverse reazioni la notizia della pubblicazione di uno studio dell’Istituto Mario Negri relativamente alla diffusione del Covid19 in bergamasca, specialmente nella bassa Valle Seriana, zona martoriata dove nella primavera 2020 si registrarono tassi di mortalità anche del 1000%, in particolare a Nembro e Alzano Lombardo. L’Istituto Mario Negri infatti ha presentato ieri nel corso di un convegno ospitato dal Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana (in foto con Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri e Guido Bertolaso; nell’altra metà le ambulanze in coda in quelle settimane drammatiche) i risultati di Origin, un articolato studio di popolazione che negli ultimi due anni ha visto i ricercatori del Mario Negri impegnati nell’analisi della relazione fra i fattori genetici e la gravità della malattia COVID-19 nella provincia di Bergamo, epicentro della pandemia. Lo studio, pubblicato sulla rivista iScience, dimostra che una certa regione del genoma umano si associava in modo significativo col rischio di ammalarsi di Covid-19 e di ammalarsi in forma grave nei residenti in quelle aree più colpite dalla pandemia, in particolare nella bassa Valle Seriana.
L’incredulità di molti cittadini così come dei familiari delle vittime del virus, riguarda soprattutto l’interpretazione della notizia: basta leggere alcuni titoli di cronaca dei principali quotidiani nazionali e ci si fa un’idea. Morire di Covid? È scritto nei geni. Di Neanderthal (Avvenire); Gene di Neanderthal e Covid responsabili di 6mila morti in Val Seriana (Repubblica); «Covid, la strage in Val Seriana favorita dai geni di Neanderthal» (Corriere della Sera).
Perché non c’entrano i geni di Neanderthal
Ma davvero c’entrano i geni di Neanderthal con la strage della bergamasca (provincia in cui la Procura aprì un’indagine per dare conto delle 6000 morti in eccesso)?
Non la pensano così i familiari dell’Associazione #Sereniesempreuniti che da oltre 3 anni portano avanti procedimenti penali e civili per attestare le responsabilità nella gestione della prima fase della pandemia di Regione Lombardia, Governo e Ministero della Salute. “Se i geni di Neanderthal possono aver contribuito alla diffusione del virus nella prima fase ‘esponendo le persone ad una malattia più severa’ come ha detto Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto Mario Negri, non possiamo che rimarcare il nostro disappunto per come sia stata interpretata la notizia, togliendo responsabilità a chi ne ha avute nella gestione della prima fase della pandemia – commenta il direttivo dell’Associazione dei familiari delle vittime del Covid19 #Sereniesempreuniti -. Le archiviazioni del Tribunale dei Ministri di Brescia infatti ci dicono che il reato di epidemia colposa non è configurabile e quindi le persone coinvolte dall’indagine di Bergamo, tra cui lo stesso Attilio Fontana, ma anche l’allora premier Giuseppe Conte e l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza, non sono rinviabili a giudizio ma le loro decisioni o mancate decisioni hanno indubbiamente influito nella circolazione del virus e nell’alto tasso di mortalità, soprattutto in bergamasca ma anche nel resto d’Italia. Ricordiamo la mancata zona rossa a Nembro e Alzano ma anche il mancato tracciamento, o il piano pandemico nazionale e regionale non applicati e tutti gli altri obblighi di legge mai adempiti che noi, attraverso i nostri legali, abbiamo portato all’attenzione della Procura di Bergamo e del Tribunale Civile di Roma dove la causa contro Governo, Ministero della Salute e Regione Lombardia è ancora in corso”.
Non la pensa così neppure uno dei loro avvocati, Consuelo Locati, che in quella tragica primavera perse il padre e che questa mattina ha avuto un confronto su RAI3 con lo stesso professore Giuseppe Remuzzi e con Matteo Bassetti: “Dalle dichiarazioni rilasciate oggi nel corso dell’intervista in diretta ad Agorà è emerso un quadro diverso da quello che alcuni rappresentanti istituzionali avrebbero voluto dipingere. Remuzzi stesso ha ammesso, rispetto allo studio sulla presenza di geni di Neanderthal che “Se l’avessimo fatto da altre parti, può darsi che avremmo ottenuto gli stessi risultati”… ma non è stato fatto però altrove. Pertanto l’assenza di un confronto porta a relativizzare lo studio ed in ogni caso, già nel settembre 2020, sulla rivista scientifica internazionale Nature era stato pubblicato uno studio indipendente (avvallato peraltro dal premio Nobel) che dava già atto della probabile presenza di geni di Neanderthal nelle popolazioni europee. Il dato reso ancora più inossidabile, ad avviso mio e dei familiari delle vittime covid-19, anche grazie alle dichiarazioni di stamane, è che la strage nella bergamasca è stata il risultato della totale impreparazione del sistema sanitario ad affrontare la pandemia più annunciata della storia e le responsabilità sono da cercare non nell’uomo di Neanderthal e dei suoi geni, ma negli uomini che all’epoca della strage ricoprivano cariche pubbliche e istituzionali, con l’obbligo di adoperarsi per tutelare la vita e la salute dei cittadini e non lo hanno fatto. Dato inossidabile perché documentale, grazie alle risultanze delle indagini monumentali della Procura di Bergamo, riversate nell’informativa che potremmo regalare a chi ancora oggi ha l’impudenza di negare l’evidenza e attribuire responsabilità all’uomo delle caverne. Ancora una volta è stata negata la dignità ed il rispetto alle vittime del covid ed ai loro familiari”.
Le fa eco Eliana Como, de Le Radici del Sindacato, da sempre in prima linea nella battaglia di memoria e giustizia: “Non dimentico che nella primavera 2020, in piena pandemia, il presidente di Confindustria Lombardia dichiarò alla giornalista Francesca Nava che la causa dell’alta diffusione del Covid nelle nostre zone, erano degli allevamenti degli animali. Una risposta ridicola, surreale. Le dichiarazioni uscite ieri sullo studio di Remuzzi sono dello stesso tenore. Far passare che la causa sia il gene di Neanderthal è surreale e soprattutto offensivo per le vittime, i familiari e una provincia intera. Non credo che a Codogno non siano presenti geni di Neanderthal. Il problema è come si è reagito. In Regione si assumano le loro responsabilità, ammettendo finalmente che la causa della diffusione del Covid a Bergamo è casomai del «gene del profitto», quello che ha impedito di chiudere la Val Seriana subito per limitare la diffusione del virus, perché le fabbriche non dovevano fermarsi”.
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Paci.
15 Settembre 2023 at 20:19
Ke Mont ke Mont le gnìit….
Tom
16 Settembre 2023 at 10:55
Pòta Paci e li hanno pure rivotati. Qui l’omo di Neanderthal c’entra e c’entra parecchio! 🤷😌
Paola Castelli
19 Settembre 2023 at 13:35
I responsabili sono altri!!! Non i geni!! Hanno un nome e un cognome!!!