Cronaca
Costruire il futuro dell’Italia, cosa ci manca
Costruire il futuro dell’Italia, cosa ci manca
Avete presente gli open day? Quelli in cui licei, università e accademie aprono le porte della propria istituzione ai potenziali futuri studenti. Ecco, quelli. Quelle esperienze, per uno studente, sono molto importanti: rappresentano il momento in cui può vedere dall’interno come funzionano le cose in un mondo di cui ha soltanto sentito parlare, o che magari ha approfondito online.
Gli Open Day
Pensando al futuro del nostro Paese, è sempre più evidente che la nostra cultura, il nostro turismo, debbano rappresentare, per chi ci visita, una forma specialissima di open day, con la non da poco differenza che, per questi open day, le persone sono disposte a pagare. Come per gli open day, quindi, il turismo in incoming deve essere l’occasione per turisti internazionali di conoscere una nuova Italia, un’Italia produttiva, un’Italia creativa, un’Italia in cui le infrastrutture, i trasporti, i servizi, pur non essendo all’avanguardia, in ogni caso funzionano. E bene.
Italia, non solo dolce vita
Una visione di Italia che restituisca al mondo un’immagine più veritiera di cosa sia l’Italia oggi: c’è sempre il Colosseo, ma ci sono anche le aziende farmaceutiche; l’Arena di Verona è affiancata da piccole start-up che si inventano ogni giorno servizi interessanti; il Museo di Capodimonte è circondato da tantissime piccole e medie imprese che non diventeranno mai delle multinazionali, ma che comunque danno lavoro a tantissime persone.
Investire in cultura
Certo, il passaggio dall’Italia immaginifica a quella che coniuga produttività e bellezza è ancora lontano dall’essere conquistato: ma è a questo che dovrebbero essere tesi gli sviluppi e gli investimenti. Non deve essere un oggetto discusso nei convegni, deve essere uno slogan, una traiettoria chiara a tutti, che veda tutti impegnati. Non si tratta di propaganda a buon mercato: non serve a vendersi, serve a costruirsi perché, se ogni passaggio è realizzato tenendo ben presente dove si vuole arrivare, allora sarà più facile fare in modo che tutti gli interventi realizzati possano rispondere a un disegno complessivo più grande.
E ora ritorniamo agli open day: l’obiettivo è fare in modo che, tra cinque anni, chiunque visiti il nostro Paese (da Milano a Grosseto, da Roma a Catanzaro) dovrà andarsene con la convinzione che l’Italia è un Paese bellissimo. E che le cose funzionano. E magari è anche un paese fortunato, dato che nonostante partecipi fin dall’inizio, è ancora assente la vincita del primo premio al lotto europeo.
Paese e Turismo
Un Paese, in cui la bellezza del paesaggio si combina spesso con la bellezza dell’ambiente costruito; un Paese che, come tanti, ma meglio di molti, è stato davvero grande nella storia, e che oggi, al posto della gloria, ha come obiettivo principale uno stile di vita sano. Per farlo sono necessari investimenti, ma anche strumenti, sono necessari interventi infrastrutturali, ma anche una visione da trasmettere, sono necessarie le risorse economiche, ma è ancor più necessario saperle investire. E la cultura, con il suo patrimonio storico, con la sua geografia diffusa, con un potenziale imprenditoriale fortissimo, e con una grande capacità attrattiva, gioca un ruolo che forse abbiamo perso un po’ di vista: è il collante che deve unire tutti gli interventi. Perché non dobbiamo adeguarci al futuro. Dobbiamo costruirlo.
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