Cultura
“Insieme di visi e di voci”, la bergamasca in mostra a Gandino
Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della cultura 2023, arriva in Val Seriana il racconto della provincia bergamasca proposto dal fotografo Stefano Triulzi, attraverso 23 luoghi, 23 sequenze fotografiche, 23 pannelli con dati di infografica e 23 podcast
Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della cultura 2023, arriva in Val Seriana il racconto della provincia bergamasca proposto dal fotografo Stefano Triulzi, attraverso 23 luoghi, 23 sequenze fotografiche, 23 pannelli con dati di infografica e 23 podcast. Grazie alla direzione artistica di Laura Cattaneo, la mostra offre al visitatore insoliti ritratti della nostra terra, con non pochi legami alla Val Seriana. La mostra sarà allestita sino al 22 ottobre (in coincidenza con “I Giorni del Melgotto” ed il Galà dello Spinato) in Piazza Vittorio Veneto a Gandino.
L’allestimento non è solo una mostra fotografica, ma un’esperienza narrativa volta a dare valore alle culture nascoste del territorio provinciale attraverso i racconti delle genti che le vivono. Un’opportunità per scoprire inedite storie di vita di piccole e grandi comunità, capaci di produrre cultura attraverso una sensibilità e uno sguardo sempre attento ai temi dei diritti, del lavoro e dei nostri costumi.
Un racconto antropologico e sociale che raccoglie esperienze straordinarie capaci di coniugare tradizioni, valori, solidarietà e innovazione, ma anche uno sguardo contemporaneo sulla nostra terra, ricco di testimonianze capaci di raccontare ciò che la cultura bergamasca apparentemente tace, ma conserva “sotto la brace”.
Un progetto artistico – culturale realizzato percorrendo più di 5000 km della Bergamasca che ha coinvolto più di 350 persone, le cui voci registrate in podcast consentono di immergersi nelle diverse storie di un operoso territorio ricco di genio e altruismo. Una galleria vivente e spesso divertente di visi e di voci che descrivono vissuti e riflessioni di singoli individui, così come storie di passioni e di appartenenza a associazioni e imprese virtuose.
Si potranno scoprire il folklore bergamasco e quello boliviano (pannelli 1 e 2), gli alpaca e lama della Valle Imagna e le molte storie di Gandino (pannelli 3 e 4), il lavoro al femminile di Ornica e l’attività della Pro loco di Ardesio (pannelli 5 e 6). E poi ancora la microeconomia sociale delle donne di Parre, montagne innevate con i campioni paralimpici e i giovani sciatori di Clusone (pannelli 7 e 8). Si scende poi nel ventre della terra con i nuovi lavori e percorsi delle miniere orobiche per risalire ai rifugi dove il CAI Bergamo lavora per rendere la montagna accessibile a tutti (pannelli 9 e 10) . Si scoprirà la casa dei semi e dei boschi a Corna Imagna e ci si inoltrerà tra note di musica tradizionale sul ponte tibetano più lungo del mondo a Dossena (pannelli 11 e 12).
Si prosegue poi con contesti più urbani tra l’arte condivisa del Baro, passando per il recupero edilizio di Zingonia (pannelli 13 e 14), la ricerca in Brembo al Kilometro rosso seguito dal minuzioso lavoro di conservazione negli archivi della Fondazione Legler (pannelli 15 e 16). Si risale poi il parco del Serio seguendo un pastore con le sue pecore giganti bergamasche, per poi remare a Lovere con l’ultimo pescatore bergamasco (pannelli 17 e 18). Ci si immerge tra le aree boschive della val di Scalve con i giovani boscaioli per poi valicare passi e scoprire i castanicoltori creativi di Averara (pannelli 19 e 20). Quasi immobili con le radici nella terra per una foto corale che racconta il mais antico e nostrano bergamasco, brindando all’eccellenza del vino dei nostri colli per concludere con un immancabile piatto di casoncelli, pieni di umanità (pannelli 21, 22 e 23).
La mostra è completata con alcune foto di reportage e una finestra dedicata al mondo dei nostri gloriosi formaggi bergamaschi. Per una migliore esperienza si consiglia di recarsi alla mostra con auricolari o cuffie. Attraverso i Qr-code in mostra (oppure collegandosi a: http://stefanotriulzi.com/podcast1.mp3) si potranno ascoltare le voci delle persone ritratte.
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