Seguici su

Cronaca

Frana di Ardesio, una famiglia sfollata: “Ancora nessun risarcimento”

Tra le famiglie coinvolte c’è quella di Miriam Filisetti, 34enne mamma di due bambini piccoli che ci racconta il dramma vissuto e che nessuno li ha ancora risarciti

Pubblicato

il

la casa della famiglia di Miriam oggi

Tornata alla ribalta delle cronache per la diffusione della notizia della richiesta di archiviazione da parte della Procura, la frana di Ardesio, scaturita in seguito alla rottura di un canale dell’acqua di adduzione alla Centrale di Ludrigno gestito da Enel Green Power, riporta l’attenzione su chi in quella mattina di aprile ha temuto di morire.

Frana di Ardesio, il ricordo di quella mattina: “Abbiamo pensato di morire”

Tra le famiglie ancora fuori casa, c’è quella di Miriam Filisetti. La 34enne mamma di due bambini piccoli ci racconta il dramma vissuto con il compagno Silvano Fornoni di 36 anni. Entrambi di Ardesio, vivevano nella villetta di testa del complesso in via Alpini, una laterale di via Monte Secco dove avvenne il fatto il 5 aprile 2023.

“Quella mattina – racconta Miriam – eravamo già svegli perché siamo mattinieri. Poco prima delle 7, abbiamo cominciato a sentire un rumore strano, tipo un fruscio, ma non capivamo. Scendeva della fanghiglia dalla strada sovrastante ma non avevamo idea di cosa stesse accadendo tant’è che io mi ero preoccupata di mettere al riparo il gazebo esterno. Proprio in quei minuti ho visto le piante che iniziavano a piegarsi e ho temuto il peggio: pensavo ci portassero via la casa. Così siamo andati in garage, al piano interrato, ma li è cominciato il peggio: non ci aspettavamo l’acqua che è arrivata poco dopo invadendo tutto il vano. Eravamo bloccati, sul tetto dell’auto, con i bambini terrorizzati perché l’acqua saliva sempre di più. Non riuscivo a scappare perché fuori era pieno di fango. Abbiamo pensato di morire”.

Dopo i minuti iniziali di panico Miriam ricorda cosa accadde nelle ore successive: “Quando l’acqua ha cominciato a defluire abbiamo provato ad uscire. Il disastro attorno a noi: la casa invasa dal fango, la barriera esterna divelta, gran parte delle cose da buttare, auto fuori uso. Eravamo disperati. Da subito però, sia verbalmente il 6 aprile, sia attraverso una nota stampa dell’assessore regionale Sertori ci era stato detto che Enel si sarebbe fatta carico dei nostri e degli altri danni ma ad oggi, a dicembre 2023, nessuno ci ha risarcito”.

L’assessore di Regione Lombardia a Enti locali, Montagna e Risorsa idrica, Massimo Sertori in una nota del 21 aprile 2023 aveva infatti dichiarato: “In particolare – spiega Sertori – ci siamo soffermati sugli aspetti riferiti al risarcimento dei danni ai privati. Enel ha confermato la piena disponibilità a coprire i costi del ripristino dello stato dei luoghi e a risarcire adeguatamente le persone danneggiate, anche accollandosi gli oneri per le valutazioni statiche necessarie per l’agibilità degli edifici dichiarati inagibili dai Vigili del Fuoco”.

Le foto di quella mattina

Lo stato attuale dei fatti

Questi mesi sono passati velocemente, un po’ meno per Miriam e la sua famiglia che nel frattempo ha cercato un’altra sistemazione salvando il salvabile di quello che in casa non era stato travolto dai detriti. Intanto il procedimento penale presso la Procura di Bergamo è andato avanti anche se il pm incaricato ha chiesto l’archiviazione. Mentre per quanto riguarda il risarcimento dei danni, nessuno ha più dato notizie.

“Siamo rimasti ad Ardesio – spiega Miriam – per non creare ulteriori traumi ai bambini che quantomeno frequentano la stessa scuola, gli stessi ambienti ecc. Allo stato dei fatti Enel ci ha fornito due auto provvisorie perché le nostre sono ancora sottoposte a fermo, visto che non sappiamo come andrà avanti la causa. Oltre a non essere più utilizzabili ovviamente. Stiamo ricevendo 2500 euro ogni sei mesi per l’affitto: Enel ce li accredita sul conto corrente “quale segno tangibile di vicinanza ma senza ammissione alcuna di responsabilità“, si legge nella proposta di donazione”.

Il Comune di Ardesio, che aveva istituto un canale di emergenza per tutte le persone coinvolte, di cui due famiglie ancora fuori casa mentre alcune rientrate in quanto secondo case con meno danni, ha dato il benestare a rientrare nelle abitazioni nel maggio 2023. Ciò dopo una perizia svolta da un ingegnere strutturista incaricato da Enel.

“Ma noi non siamo disposti a rientrare a queste condizioni – conclude Miriam -. Già abbiamo subìto un trauma dal punto di vista psicologico. Vogliamo la certezza che il vespaio non sia rovinato, che i muri non siano impregnati di umidità, che la zona esterna sia messa in sicurezza visto che è ancora com’è rimasta senza le inferriate e con il prato tutto danneggiato. Noi non possiamo permetterci i costi vivi anche solo per rientrare in casa. Costi che dovremmo sostenere per un danno che nessuno ha voluto ma per il quale sicuramente non dobbiamo pagare noi”.

Per quanto riguarda il rientro nell’abitazione danneggiata va specificato che la perizia non è mai stata consegnata né alla famiglia né al loro avvocato. Quello che chiedono per rientrare è che venga messa a disposizione una somma utile da utilizzare per rendere gli ambienti salubri con macchinari appositi (come quelli che tolgono l’umidità) in modo che possano rientrare con i i bambini in un ambiente sicuro e sano come lo era prima che accadesse il fatto.

Frana di Ardesio: i commenti del sindaco e di Enel

A questo proposito abbiamo sentito il sindaco Yvan Caccia che ci spiega: “Il Comune è un danneggiato come le famiglie. Siamo in contatto costante con Enel, con gli amministratori dei condomini e con gli avvocati. Queste famiglie hanno ricevuto auto sostitutive e l’affitto ma per i risarcimenti bisogna attendere l’evoluzione del procedimento civile. Questo riguarda anche il Comune sia per la messa in sicurezza della condotta che della strada. Va accertata la responsabilità prima di effettuare qualsiasi risarcimento”. 

Enel Green Power in una nota comunica che: “Con riferimento alla rottura del canale di adduzione della centrale di Ludrigno del 5 aprile 2023, per la cui responsabilità Enel Green Power ha sempre rimandato all’esito delle indagini avviate, l’Azienda tiene a precisare che si è resa disponibile sin dal principio a supportare la comunità locale per far fronte alle necessità primarie e istanze manifestate dai cittadini in un continuo dialogo con le istituzioni locali. L’Azienda, infatti, anche in attesa della conclusione degli accertamenti, è comunque intervenuta mettendosi a disposizione con proprio personale specializzato, ditte appaltatrici, mezzi di trasporto e quelli adibiti alla movimentazione terra”.

La questione dal punto di vista legale

Per il tramite dello studio legale Bergamini Flavia, Miriam ha portato avanti la richiesta risarcitoria come è stato loro indicato dai canali istituiti per l’emergenza ma non c’è stato alcun riscontro. Per questo lo studio legale ha inviato una richiesta formale a tutti i soggetti che in qualche modo potrebbero avere un profilo di responsabilità. Ad oggi neanche questa richiesta ha sortito risultato alcuno perché Miriam e la sua famiglia sono senza risposte.

In merito alla richiesta di archiviazione in ambito penale, motivata dal fatto che “Non sono emersi elementi utili per lidentificazione dei responsabili o comunque per la ulteriore prosecuzione delle indagini”, l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari Stefano Storto è stata fissata il 19 marzo 2024. In quella sede, il gip potrebbe accettare l’istanza del pm, oppure chiedere ulteriori indagini come sperano le persone danneggiate – tra cui Miriam e la sua famiglia – affinché venga accertata la responsabilità.

Continua a leggere le notizie di Valseriana News e segui la nostra pagina Facebook

1 Commento

1 Commento

  1. TIZIANO BRIGNOLI

    22 Dicembre 2023 at 1:01

    enel.ente nazionale eterni lazzaroni…e figli di “Schettino” fuggono…dalle loro responsabilità…che schifo….e mi spiace x chi ha subito tutto questo….

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *