Cronaca
Omicidio nella bassa bergamasca tra coinquilini: fermato il giovane in fuga
Il fermato ha dato il proprio consenso all’estradizione semplificata in Italia, che avverrà nei prossimi giorni
Verso la risoluzione il caso dell’omicidio nella bassa bergamasca in cui un giovane di origine pakistane è stato ucciso a coltellate. Alle ore 13:30 di domenica 17 dicembre infatti in un appartamento in Covo, in via al Pradone al civico 2, A. Said, un pakistano, classe ’94, regolare sul territorio nazionale, incensurato, celibe, operaio, è stato pugnalato mortalmente per motivi in corso di accertamento.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo e condotte dal Comando Provinciale Carabinieri, si son concentrate su di un coinquilino pakistano, classe ’93, magazziniere, regolare sul territorio nazionale, incensurato, celibe. Il coinquilino aveva avuto degli scontri fisici e verbali con la vittima nelle ore immediatamente precedenti il rinvenimento del cadavere e aveva fatto perdere le proprie tracce. Prontamente inserite le note di ricerca per consentire il controllo del soggetto in caso di espatrio, tramite la Divisione S.I.Re.N.E. del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.
Omicidio nella bassa bergamasca: da Covo in fuga in Svizzera
Le complesse attività investigative messe in campo hanno consentito di localizzare il principale sospettato nella notte del 18 dicembre in territorio Svizzero, mentre si trovava a bordo di un autobus diretto a Monaco di Baviera.
I Carabinieri provvedevano quindi a contattare il Centro di Cooperazione di Polizia e Doganale (CCPD) di Chiasso richiedendo di contattare la Polizia Cantonale per fermare il bus (che non avrebbe fatto soste in Svizzera) e controllare il sospettato. La Polizia Cantonale alle 04:04 del 18 dicembre nel Cantone dei Grigioni individuava e fermava il bus trovando e prelevando dal suo interno il sospettato ed un altro cittadino pakistano al momento estraneo alla vicenda in argomento.
Nel corso delle ore successive la Polizia Cantonale e l’Autorità Giudiziaria elvetica, lavorando in sinergia con la Procura ed i Carabinieri di Bergamo, riferivano tramite i canali di cooperazione internazionale che il sospettato, in possesso di documenti regolari, presentava delle recenti ferite da colluttazione e indossava abiti sporchi di sangue. Questi elementi, unitamente a quelli raccolti nel corso delle ore precedenti attraverso l’audizione delle persone informate sui fatti, consentivano al Pubblico Ministero di disporre il fermo del sospettato e la successiva internazionalizzazione del provvedimento che, tramite i canali di cooperazione internazionale, veniva trasmesso nel pomeriggio del 19 dicembre all’Autorità Giudiziaria elvetica, che lo tratteneva in custodia al solo fine estradizionale.
Mercoledì 20 il fermato ha dato il proprio consenso all’estradizione semplificata in Italia, che avverrà nei prossimi giorni.
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