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Cronaca

Saldi, a Bergamo iniziano il 5 gennaio

Ascom stima 116,8 milioni di euro e una spesa di 145 euro pro capite

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saldi a Bergamo

Saldi alle porte, con partenza anche a Bergamo venerdì 5 gennaio. Con il weekend si apre il primo banco di prova per gli acquisti scontati di capi invernali, con grande attesa per la coincidenza del ponte dell’Epifania, che porta anche turisti e visitatori in città e provincia.

Le previsioni di spesa di Ascom Confcommercio Bergamo fanno ben sperare. 145 euro a persona (erano 139 nel 2023) in media verranno spesi sul nostro territorio. Una cifra in rialzo di 6 euro rispetto ai 139 euro del 2023 (erano 134 nel 2022 e 124 nel 2021), ma che purtroppo non basta nemmeno ad assorbire l’inflazione.

Saldi a Bergamo: le previsioni

Sono oltre 350mila le famiglie che acquisteranno in saldo. 805.474 i bergamaschi che acquisteranno capi scontati, magari già adocchiati in vetrina nei giorni precedenti. La spesa complessiva stimata da Ascom Confcommercio Bergamo è di 116 milioni e 800mila euro. Il 72,5% farà qualche acquisto in saldo in Bergamasca, percentuale superiore a quella nazionale (61,7%), anche per l’importanza degli acquisti di capi della stagione autunno-inverno a queste latitudini.

La media di spesa nazionale, rilevata dall’Ufficio Studi Confcommercio, è di 137 euro a persona per un giro d’affari complessivo di 4,8 miliardi di euro e 15,8 milioni di famiglie italiane impegnate nello shopping d’occasione.

“Mai come quest’anno i saldi hanno un valore fondamentale per la tenuta del sistema del commercio tradizionale- spiega il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini -. Veniamo da una stagione difficile. Anche se non si riusciranno a recuperare i margini persi negli ultimi mesi, la maggioranza dei piccoli imprenditori attende i saldi per sostenere le vendite. E’ un’occasione anche per riallestire i negozi con le nuove collezioni moda e fare acquisti per la nuova stagione”.

Come già accaduto con i saldi estivi, a garanzia di chi acquista ci sono le ulteriori tutele del nuovo Codice del consumo, che cambia le norme su sconti, promozioni e liquidazioni. In particolare, l’obbligo di indicare il prezzo praticato nei 30 giorni antecedenti l’avvio degli sconti, con il rischio di sanzioni fino a 3098 euro.

Sui saldi invernali in arrivo restano però anche delle zone d’ombra. Sono quelle denunciate da Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento, calzature e articoli sportivi Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere nazionale Federmod.

Pedrali punta infatti il dito contro la pratica dei pre-saldi e con gli sconti tutto l’anno: “Una consuetudine purtroppo consolidata, che è bene ricordare quanto sia completamente fuori norma, che il nuove codice del consumo va a regolamentare a tutela dei consumatori. Sconti e saldi non andrebbero mai anticipati. Questi, in aggiunta al Black friday (che per alcuni esercenti dura non due giorni, ma settimane), contribuiscono a creare una gran confusione nei consumatori e un’importante disparità tra i commercianti che li applicano e i commercianti che non li applicano perchè non sostenibili. I saldi devono essere visti come un elemento per rilanciare i consumi. Ma devono essere saldi veri e di fine stagione, senza continue promozioni e pratiche illecite e scorrette. Il commercio può anche resistere, soprattutto ora che abbiamo assorbito tanti costi per non riversarli sui consumatori. Ciò senza svendersi per mantenere i giusti margini tutto l’anno”.

Federazione moda Italia e Confcommercio ricordano alcuni principi di base

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante. Ciò a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.

3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.

4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.

5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

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