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Cronaca

San Lorenzo di Rovetta, l’asilo chiuderà dopo oltre un secolo di attività

L’Amministrazione comunale aveva fatto un tentativo per salvare l’asilo di San Lorenzo con l’idea era di farne una sezione staccata della scuola dell’infanzia di Rovetta ma ciò non è possibile

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asilo a San Lorenzo di Rovetta

Con la conclusione dell’anno scolastico in corso, l’asilo di San Lorenzo di Rovetta chiuderà, mettendo così la parola fine a una storia iniziata nel 1918. L’associazione “Giovanni Paolo II”, che oltre alla scuola dell’infanzia di San Lorenzo gestisce anche quelle di Fino del Monte e Bratto, aveva comunicato nelle scorse settimane la decisione di chiudere. Una scelta presa per l’esiguo numero di iscritti e le conseguenti difficoltà a portare avanti una gestione sostenibile dal punto di vista economico.

L’Amministrazione comunale aveva fatto un tentativo per salvare l’asilo con l’idea era di farne una sezione staccata della scuola dell’infanzia di Rovetta, gestita dalla Fondazione “Gallicciolli”. Ma l’ipotesi non è percorribile. A spiegarlo in comunicato è il sindaco di Rovetta, Mauro Marinoni.

Il comunicato del sindaco Mauro Marinoni relativo alla chiusura dell’asilo di San Lorenzo di Rovetta

La validità delle ragioni che hanno portato l’associazione Giovanni Paolo II a decidere di chiudere la Scuola materna parrocchiale di San Lorenzo, per difficoltà economiche legate al numero insufficiente di bambini iscritti, viene confermata dalle verifiche effettuate in questi giorni con la Fondazione Gallicciolli.

Per legge e per ovvie ragioni di sicurezza, anche con pochi bambini, è indispensabile la presenza di due insegnanti e di personale che si occupi del controllo del servizio, e della manutenzione dei locali. Pur senza attivare il servizio di mensa interna e mantenendo il catering, ed anche qualora non venisse organizzato l’ingresso anticipato ed il servizio di uscita posticipata (servizio, peraltro, ormai essenziale per attrarre iscritti), il deficit economico non sarebbe sostenibile, non essendo ipotizzabile né un aumento delle rette né un ulteriore aumento del contributo comunale, rispetto al raddoppio già garantito. Per 14 bambini (gli iscritti attuali, ndr) si incasserebbero dalle rette 24.000 euro e solo le due insegnanti costerebbero 57.000 euro (oltre a costi aggiuntivi per utenze, servizi, mensa e didattica).

Il totale dei nati nel comune è nel 2021 di 36 bambini, 29 nel 2022 e solo 21 bambini nel 2023 (totale 86). Solo 10 anni fa i nati 2011, 2012, 2013 erano stati 127 (meno 41 bambini, meno 32%). Nell’abitato di San Lorenzo nel 2021 sono nati 11 bambini, 10 nel 2022 e solo 5 nel 2023. In tre anni le nascite si sono dimezzate. Se nei prossimi anni si iscrivessero alla scuola materna di Rovetta solo i bambini di Rovetta e San Lorenzo nati in questo ultimo triennio, la scuola avrebbe posti in esubero e le condizioni economiche sarebbero comunque al limite, con necessità di ulteriori fondi pubblici o aumento delle rette.

Leggi il comunicato integrale

Pur consapevoli che si tratta di un sacrificio ed una perdita che per molti ha anche un valore affettivo, non verrà attivata una sezione staccata della scuola Gallicciolli presso l’edificio parrocchiale di San Lorenzo. Le famiglie residenti a Rovetta e San Lorenzo, che necessitano del servizio, potranno iscrivere i propri bambini alla Scuola di Rovetta.

La scelta di chiudere la scuola a San Lorenzo, da parte della Parrocchia e del Consiglio di amministrazione dell’Associazione Paolo Giovanni II, non è stata di certo assunta a cuor leggero. Le motivazioni sono forti ed indiscutibili, e sono confortate ancor più oggi a fronte delle verifiche fatte dall’amministrazione comunale. Per ovviare alla perdita di un servizio, che comunque incide sulla vita sociale della comunità, l’amministrazione dovrà attivarsi su altri fronti, anche con investimenti economici, che coinvolgano le associazioni, la parrocchia, l’oratorio.

Preme evidenziare, infine, che le critiche e le rimostranze sono legittime, anche le espressioni di dissenso, ma non altrettanto giustificabile è la denigrazione delle persone e di enti gestori che hanno agito ed agiscono con serietà e capacità.

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