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Cronaca

Gestione della pandemia in Italia di fronte alla giustizia europea: primo step per l’ammissibilità alla Cedu

Il ricorso presentato dai legali dei familiari delle vittime del Covid19 d’Italia sarà portato all’esame della Corte europea dei diritti dell’uomo prima possibile

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La gestione della pandemia in Italia, che ha causato migliaia di morti affossati in fretta dagli interessi politici e mediatici e dalle archiviazioni dei tribunali, potrebbe presto essere giudicata a Strasburgo, in Francia.

Un primo step, storico, importante, che ribalta quanto sta accadendo in Italia è infatti stato raggiunto: i familiari delle vittime del Covid19 d’Italia si sono rivolti alla giustizia europea, tramite i loro legali, ed è notizia di oggi che il ricorso alla Cedu ha passato il primo vaglio di ammissibilità.

La Corte europea dei diritti dell’uomo (abbreviata in CEDUo Corte EDU) è un organo giurisdizionale internazionale, istituita nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) del 1950, per assicurarne l’applicazione e il rispetto. Vi aderiscono quindi tutti i 46 membri del Consiglio d’Europa.

Il team dei legali che segue da quasi 4 anni i familiari sia in ambito penale che civile (gli avvocati Consuelo Locati, Luca Berni, Giovanni Benedetto, Piero Pasini, Alessandro Pedone), insieme agli avvocati Giulio Lana e Alessio Sangiorgi di Roma, ha infatti presentato ricorso nei mesi scorsi, dopo aver analizzato migliaia di documenti e aver ravvisato gli estremi di violazione dei diritti dell’uomo nella gestione della pandemia in Italia. Hanno aderito alla domanda circa 40 familiari di tutta Italia.

Gestione della pandemia in Italia: ricorso all’esame della Corte il prima possibile

Oggi la comunicazione ufficiale dalla Cancelleria della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha comunicato che il “ricorso sarà portato all’esame della Corte prima possibile sulla base dei documenti e delle informazioni fornite”, fa tirare un sospiro di sollievo ai familiari dell’Associazione #Sereniesempreuniti APS.

“Siamo molto soddisfatti dell’accettazione del ricorso presentato dai nostri legali – commentano i membri del direttivo -. Non era scontato questo passaggio, anzi i parametri della Corte europea sono molto stringenti. Ma noi siamo stati sempre convinti della fondatezza del ricorso viste le responsabilità portate alla luce dal lavoro delle Procura di Bergamo, la prima, se non l’unica, ad indagare la gestione della pandemia. Nonostante i tribunali italiani abbiano continuato ad archiviare le posizioni di politici e tecnici, noi continuiamo a lottare per restituire dignità e giustizia ai nostri cari. La strage italiana della pandemia da Covid19 non può essere archiviata come una fatalità o giustificata come un evento straordinario. Noi continueremo a fare memoria e a chiedere giustizia in tutte le sedi opportune”.

Consuelo Locati del team dei legali commenta : ”Siamo decisamente soddisfatti di questo primo risultato che ovviamente dovrà (come ci auguriamo) essere confermato negli step successivi, ma per ora abbiamo l’evidenza che un organo giudiziario sovranazionale ha ritenuto le nostre argomentazioni degne di approfondimento e di vaglio giudiziale. Attendiamo ora le valutazioni successive della Corte”.

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