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Triduo dei Morti, Peia accende la Raggiera
A Peia dal 17 febbraio si celebra il Triduo dei Morti, un appuntamento particolarmente atteso dalla comunità, retta dal parroco don Alberto Gervasoni
PEIA – Da sabato 17 a lunedì 19 febbraio sono in programma nella parrocchiale di S.Antonio a Peia le celebrazioni per il Triduo dei Morti, con l’allestimento in chiesa della Raggiera. Il Triduo è un appuntamento particolarmente atteso dalla comunità, retta dal parroco don Alberto Gervasoni. Ogni anno si ripete a cavallo della prima domenica di Quaresima, nel ciclo cadenzato di appuntamenti che vede allestite nelle diverse chiese della Val Gandino le grandiose Raggiere devozionali.
A livello stilistico il manufatto di Peia richiama quello maestoso dei Caniana nella Basilica di Gandino (sarà visibile dal 24 al 26 febbraio, seconda domenica di Quaresima) e nel 1873 fu oggetto di un importante intervento di doratura da parte di Angelo Giupponi di Lovere. L’apparato, complice la Grande Guerra, andò un poco in disuso nei primi decenni del XX secolo e fu riattivato (con luci elettriche) nel 1926. Per diversi anni esso veniva montato e lasciato in chiesa sino a Pasqua, quando venivano celebrate le Quarantore immediatamente successive al Venerdì Santo, con sette processioni che dalle diverse contrade confluivano alla parrocchiale.
Il programma del Triduo dei Morti
Il programma delle celebrazioni di quest’anno sarà aperto dalla messa di sabato 17 febbraio alle 18. Domenica 18 febbraio messe alle 8, alle 10 e alle 18. Alle 15 i Vespri con il canto del Miserere e la Benedizione Eucaristica. Lunedì 19 febbraio la celebrazione principale sarà quella delle 10.30, cui parteciperanno i sacerdoti della Fraternità locale, quelli nativi e coloro che a Peia hanno svolto il proprio ministero. Ad animare tutte le celebrazioni sarà presente il predicatore padre Riccardo Regonesi, dehoniano, ora coordinatore della Mensa dei Poveri di viale Mazzini a Roma. Ad animare le funzioni sarà la Corale S.Antonio.
In queste settimane sono in corso in chiesa i lavori per il restauro dell’organo. Esso fu realizzato nel 1754 dalla ditta Serassi, trasferito da Andrea Luigi Serassi nelle nuove cantorie nel 1782 e nuovamente restaurato dalla stessa ditta nel 1803. Fu rielaborato dalla ditta Foglia nel 1880, rimesso a nuovo dalla ditta Marzoli-Rossi di Varese nel 1924 e ammodernato dai Cornolti nel 1943. L’attuale intervento è a cura dell’organaro Pietro Corna di Leffe e si ipotizza di poterlo inaugurare il prossimo giugno per la festa patronale di S.Antonio.
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