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Cronaca

25 aprile a Gandino: ricordata la coraggiosa radio clandestina

25 aprile a Gandino: le memorie di Giuseppe Mosconi e della radio clandestina per ricordare chi ebbe coraggio anche nei nostri territori

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GANDINO – Il 25 aprile a Gandino è stata l’occasione per ricordare chi ebbe coraggio, anche nei nostro territori, in quegli anni terribili. La mattinata si è aperta con la deposizione delle corone d’alloro a Cirano, Barzizza e alla Cappella dei Caduti del Cimitero, dove dopo esser transitato davanti alla tomba di mons. Caccia, il corteo guidato dal sindaco Filippo Servalli ha reso omaggio alla tomba di Vincenzo Rudelli, primo sindaco di Gandino all’indomani della Liberazione.

Dopo la S.Messa in Basilica, il momento culminante davanti alle lapidi dei caduti, con l’Inno di Mameli proposto dal Civico Corpo Musicale di Gandino diretto da Renato Servalli e cantato dai ragazzi delle classi quinte della Scuola Primaria con l’insegnante Cinzia Guerini.

25 aprile a Gandino: un insegnamento per i più giovani

Per l’occasione il Comune di Gandino ha dedicato un particolare ricordo al dottor Giuseppe Mosconi e alla coraggiosa iniziativa di un gruppo di giovani gandinesi che da ottobre a dicembre del 1943, all’indomani della caduta del Fascismo, installarono in paese una radio clandestina per rilanciare le trasmissioni di Radio Londra. Giuseppe Mosconi fu per decenni medico di famiglia in paese, Cavaliere Ufficiale della Repubblica e negli anni ’80 assessore in Provincia. Era nato nel 1927 e si era laureato in medicina a Milano nel 1952.

Mosconi era figlio di Giulio, sindaco a Gandino nel primo dopoguerra. La famiglia fu attiva nella protezione degli Ebrei esuli a Gandino, meritando nel 2006 una benemerenza del Comune. Attivo nella Democrazia Cristiana, fu presidente (e fondatore) del Centro Sportivo Consortile a Casnigo, della Casa di Riposo di Gandino e dell’AVIS Gandino, collaborando anche con il gruppo di Cirano.

Lungo applauso al coraggio di quei giovani

Fra i giovani (dai 17 ai 20 anni) che installarono a Gandino la radio clandestina c’era proprio Giuseppe Mosconi, che in un diario, svelato nel 2011 alla sua morte, raccontò quei giorni. “Dal luglio 1943 all’aprile 1945 – scrisse – incominciarono gli anni di piombo, della lotta fratricida, dell’insurrezione contro i nazisti e le forze militari, nate dal fascismo. Dopo qualche mese la radio era pronta e cominciavamo a realizzare un programma organizzativo: tre trasmissioni al giorno, installazione in una soffitta abbandonata, in via Mazzini, in un posto nascosto nel quartiere più vecchio del paese, lontano da occhi indiscreti”.

L’antenna ripeteva le frequenze di Radio Londra, così da avvisare i partigiani sull’arrivo dei velivoli con viveri, armi e munizioni. Poi fu spenta (ma affidata alla Brigata Garibaldi del partigiano Montagna) perché l’esistenza della stazione era stata segnalata alle autorità nazifasciste.

In piazza moltissimi i cittadini presenti, che hanno lungamente applaudito la testimonianza proposta, aperta dalla diffusione di un originale brano d’epoca con i messaggi in codice trasmessi da Radio Londra. Le note di Bella Ciao proposte dal Civico Corpo Musicale, e ritmate dal battimani di numerosi intervenuti, ha salutato la mattinata di grato ricordo.

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