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Cronaca

Aurora boreale dal Monte Pora, uno spettacolo della natura

L’aurora boreale è stata ben visibile anche dalla bergamasca: è la conseguenza della tempesta solare geomagnetica

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aurora boreale monte pora
aurora boreale dal Monte Pora (foto Mary Abbadini)

Ancora una volta il cielo colorato, nelle sfumature del rosa e fuxia, dal Monte Pora ha regalato un vero e proprio spettacolo della natura: è l’aurora boreale. Il fenomeno è stato visibile in bergamasca così come in altri parti d’Italia.

Aurora boreale dal Monte Pora

Sono di venerdì sera alle 22:35 circa le foto incredibili che ci ha inviato Mary Abbadini che ringraziamo.

Dalle 22 circa, sui social, sono cominciate a girare sui social immagini che mostravano il cielo rosa. La meraviglia dell’aurora boreale è stata ben visibile in gran parte dei cieli italiani. Le aurore boreali avvistate in queste ore sono legate alla tempesta geomagnetica che sta colpendo la terra in queste ore.

Cosa è la tempesta solare geomagnetica

La terra sta sperimentando la sua prima tempesta geomagnetica “estrema” (di livello 5 su una scala di 5) dal 2003. Ciò secondo il Centro di previsione meteorologica statunitense della Noaa-National Oceanic and Atmospheric  Administration. “E’ probabile che le tempeste geomagnetiche persistano per tutto il fine settimana” fa sapere l’agenzia. Gli effetti  più importanti sono previsti nella giornata di oggi, sabato 11 maggio.

A causa della tempesta potrebbero subire conseguenze i Gps, le reti elettriche, i velivoli spaziali, i satelliti e altre tecnologie. Nell’ottobre 2003 quelle che furono chiamate ‘le tempeste di Halloween’ causarono interruzioni di corrente in  Svezia e danni ai trasformatori in Sud Africa. Possibile che vengano generate anche impressionanti aurore boreali, a volte ben più a sud delle regioni in cui si osservano di solito. Ne sono state appunto osservate diverse in Italia.

La tempesta si deve all’intensa attività di un gigantesco gruppo di macchie solari, chiamato AR3664, che si estende per circa 200.000 chilometri, dunque 16 volte circa le dimensioni della Terra. Si tratta di una delle regioni più grandi e attive osservate in questo ciclo solare, che è iniziato nel dicembre 2019.

L’estensione di AR3664 è confrontabile a quella di un altro enorme gruppo di macchie solari, quello di Carrington, che fece sentire pesantemente i suoi effetti tra agosto e settembre 1859. In quel periodo, la regione emise una serie di potenti brillamenti solari (violente eruzioni che sprigionano un’energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche) ed espulsioni di massa coronale, le cosiddette Cme (espulsioni di materia sotto forma di plasma), che provocarono incendi negli uffici del telegrafo e innescarono aurore vicino all’equatore.

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