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Cronaca

Chiuso il convegno ODCEC Bergamo: “Il legislatore intervenga per l’adeguato compenso”

Concluso il sesto convegno annuale in materia di crisi d’impresa di ODCEC Bergamo. Gli esperti: “Riconoscimento economico non adeguato alle prestazioni”

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ODCEC Bergamo

BERGAMO – L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (ODCEC) di Bergamo ha proposto due giornate di alta formazione dal titolo “Doveri e compensi dei Professionisti della crisi”, “una tematica spinosa, spesso evitata dai colleghi, che però necessita di essere affrontata con coraggio e trasparenza, attraverso la competenza di chi vive e pratica il diritto della crisi ogni giorno”, ha ribadito nei saluti conclusivi Simona Bonomelli, Presidente Comitato Scientifico ODCEC Bergamo.

Il convegno, tenutosi il 21 e 22 giugno al Teatro Donizetti di Bergamo, ha visto intervenire 27 relatori, selezionati tra i principali esperti in materia sul panorama nazionale. Protagonisti dei quattordici tavoli di discussione sono state tutte le figure previste dal CCII: da liquidatori agli ausiliari, dai commissari fino agli advisor.

Sebbene sia ormai evidente l’importanza delle attività competenti, quello che è emerso è che il perimetro del giusto riconoscimento economico dei professionisti della crisi sembra ancora avvolto da una nebbia di dubbi e diverse interpretazioni. Ciò nel contesto di una realtà normativa non ancora consolidata.

Convegno ODCEC Bergamo: le dichiarazioni dei protagonisti

La scelta del legislatore di individuare tante professionalità specifiche è sicuramente opportuna perché, nella complessità degli strumenti messi a disposizione viene richiesta una professionalità sempre più specifica”, ha commentato Laura De Simone, Presidente di Sezione nel Tribunale di Milano.

Per quanto riguarda lo scenario delle procedure Salvo Leuzzi, Consigliere della Corte Suprema di Cassazione, ha evidenziato “un’escalation nazionale dei casi di crisi”, testimoniato dalla “tendenza marcata presso tutti gli uffici del ricorso alle procedure di sovraindebitamento e delle liquidazioni controllate in particolare”.

Situazione che sottolinea il ruolo sociale dei professionisti della crisi che non deve far venir meno la necessità di un compenso adeguato all’incarico e all’impegno da svolgere, spesso di difficile determinazione iniziale. “Si tratta di una tematica delicata perché non vi è stato un effettivo aggiornamento della normativa base della liquidazione del compenso: dobbiamo ancora far riferimento ai principi dettati in relazione a questa normativa nell’ambito della disciplina fallimentare”, ha affermato Giovanni Nardecchia Sostituto Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione.

Non rimane quindi che verificare se il decreto correttivo al CCII del 10 giugno scorso riesca a risolvere i quesiti ancora aperti in dottrina. “Non esiste una risposta univoca alla questione – ha concluso Francesco Geneletti, Presidente di ODCEC Bergamo –. Il percorso che ci ha portato al presente è iniziato da una legge fallimentare che sicuramente necessitava di una rivisitazione. L’emergenza Covid, però, non ha agevolato il passaggio dal vecchio al nuovo regime: ancora prima dell’entrata in vigore del CCII sono cambiati gli scenari”.

Una dimensione complessa di cui i relatori hanno fatto emergere alcuni elementi chiave: la disciplina è ancora in fase di rodaggio; la complessità delle procedure rende difficile determinare il giusto compenso; è auspicabile una rivisitazione da parte del legislatore.

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