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SUISIO – Nel pomeriggio del 02 agosto 2024 il personale del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) di Parma, coadiuvato da personale del Reparto Analisi Criminologiche (RAC) del RACIS di Roma, del Reparto Crimini Violenti del ROS e del Nucleo Investigativo Carabinieri di Bergamo ha svolto un accurato sopralluogo in un’abitazione nel comune di Suisio dove dimorava Moussa Sangare  il trentenne indagato per l’omicidio di Sharon Verzeni.

Nel corso dell’attività sono stati isolati alcuni reperti giudicati d’interesse investigativo, che saranno successivamente esaminati presso i laboratori del RIS di Parma.

Il punto delle indagini su Moussa Sangare

La giudice per le indagini preliminari Raffaella Mascarino ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per Moussa Sangare. Il 30enne ha confessato nei giorni scorsi di avere ucciso Sharon Verzeni la notte tra il 29 e 30 luglio scorso a Terno d’Isola. Riconosciute entrambe le aggravanti contestate dalla Procura al reato di omicidio: la premeditazione e i futili motivi.

Poche ore prima Mascarino aveva interrogato Sangare nel carcere di Bergamo: aveva confermato le dichiarazioni già rese ai Carabinieri, ribadendo “non so il perché l’ho fatto”. Sangare, come ha riferito il suo legale Giacomo May, ha detto alla giudice di essere uscito di casa con questa “sensazione che non so spiegare” e che lo ha spinto “a voler fare del male”.

L’avvocato ha spiegato che il suo assistito, invece di limitarsi a confermare le dichiarazioni già rese al momento del fermo ha voluto ripercorrere di nuovo quanto è accaduto “per dimostrare il suo atteggiamento collaborativo”. Per circa un’ora e mezza, il tempo dell’interrogatorio al netto delle formalità, ha parlato al giudice Mascarino di un “mood” o un “feeling” che lo ha spinto poi ad accoltellare Sharon.

Ha ammesso di fare uso di droga (ma non la sera dell’omicidio) e ha ricostruito come due giorni dopo il delitto ha realizzato quel che aveva fatto e si è “liberato” del coltello. Gli altri coltelli li ha gettati nei giorni successivi, quando ha tra l’altro modificato il manubrio della bicicletta. Anche oggi il suo racconto è sembrato molto confuso, cosa che dovrebbe portare o a una richiesta di consulenza psichiatrica o di una perizia.

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