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Storia della pianta di tabacco: dalle origini ai moderni prodotti per fumatori adulti

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Riscaldatori di tabacco
Coltivazione di tabacco (© Depositphotos)

Largamente utilizzata dall’industria dei prodotti da fumo, il tabacco è stato per secoli destinato ad altri usi. La storia di questa pianta, infatti, attraversa i secoli e i continenti: soltanto dopo l’approdo in Europa si è sviluppata l’usanza di fumarne le foglie, essiccate e confezionate in varie forme. L’ultima evoluzione dei prodotti da fumo a base di tabacco è rappresentata dai dispositivi riscaldatori che, ad oggi, rappresentano una delle principali alternative ai prodotti tradizionali quali sigarette, sigari e simili.

La scoperta della pianta del tabacco

La pianta del tabacco (Nicotiana tabacum L.) venne scoperta dalle popolazioni indigene dell’America centrale. In origine, le foglie venivano essiccate o bruciate durante riti propiziatori e cerimonie religiose; spesso, veniva consumato con il calumet per sancire accordi di pace tra tribù o fazioni diverse.

I primi europei a venire a conoscenza dell’esistenza del tabacco furono alcuni esploratori al seguito di Cristoforo Colombo. Fu loro il merito di introdurre la pianta, fino ad allora sconosciuta, nel Vecchio Continente. Inizialmente venne utilizzata soprattutto come erba medicinale, in quanto all’epoca era opinione diffusa che il tabacco avesse proprietà terapeutiche e curative. Verso il XVII secolo, il tabacco cominciò a essere consumato come prodotto da fumo; furono soprattutto nobili e artisti a farne uso, al punto da organizzare delle vere e proprie feste per fumatori (gli “smoking party”). Tant’è che gli ospiti offrivano ai propri avventori una lunga giacca da indossare mentre fumavano, così da evitare che l’odore impregnasse i vestiti: nacque così un modello particolare di giacca da uomo, che oggi chiamiamo smoking.

Dalle prime sigarette alla lavorazione industriale

Circa la nascita delle sigarette regna ancora una certa ambiguità. Si sa, quasi con certezza, che il contesto storico fu quello dell’Assedio di San Giovanni d’Acri (1831-32). Secondo alcuni furono i soldati inglesi, non avendo pipe a disposizione, a pressare del tabacco trinciato nei cilindri di carta delle munizioni svuotati della polvere da sparo. Secondo un’altra ricostruzione, il merito fu dei soldati musulmani impegnati dall’altra parte della barricata.

Nel giro di qualche decennio, le sigarette approdarono in tutta Europa; in Italia arrivano dopo metà secolo, grazie ai soldati di ritorno dalla Guerra di Crimea. Verso la fine dell’Ottocento fanno la loro comparsa le prime macchine per il confezionamento industriale delle sigarette: inizia così la produzione su larga scala che, in tempi brevi, trasformerà questa versione in miniatura dei sigari in un prodotto di consumo di massa.

Il tabacco nel corso del Novecento e del Nuovo Millennio

Divenuto oramai esclusivamente un prodotto da fumo, il tabacco viene utilizzato principalmente per confezionare sigarette. Durante le due Guerre Mondiali, intere confezioni vengono elargite in premio ai soldati impegnati al fronte; più in generale, nella prima metà del XX secolo, grazie anche al cinema americano e alla pubblicità, le sigarette divengono un simbolo di benessere economico ed emancipazione.

Quando, però, a partire dagli anni Cinquanta, si accendono i riflettori sugli effetti che il fumo ha sulla salute umana (le prime pubblicazioni risalgono al 1950)*, lo scenario cambia radicalmente.

Dalle sigarette al tabacco scaldato

Da qualche anno le foglie della pianta di tabacco vengono utilizzate per confezionare una miscela destinata ai riscaldatori di tabacco come, ad esempio, quelli a marchio glo™. Si tratta di dispositivi elettronici, all’interno dei quali va inserito uno stick monouso contenente la miscela di cui sopra; grazie a un circuito interno, alimentato da una batteria agli ioni di litio, il dispositivo raggiunge una temperatura controllata e scalda la miscela fino a produrre un vapore di tabacco contenente nicotina. Grazie ad appositi sensori di controllo, la temperatura resta entro limiti prestabiliti (di solito non supera comunque i 300°), evitando così l’innesco della combustione. Tali prodotti vengono quindi definiti “scalda tabacco”.

 

*https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14528877/

 

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18+ Only. Prodotto destinato esclusivamente a consumatori adulti. Questo prodotto non è privo di rischi e contiene nicotina, una sostanza che crea dipendenza.

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1 Commento

1 Commento

  1. Tom

    13 Settembre 2024 at 12:20

    E non dimentichiamo mai che coi nuovi aggeggi ad induzione per fumare, il rischio di incendio é azzerato!

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