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Cronaca

Scuola edile in campo per formare nuovi giovani stranieri

Scuola edile in campo per formare sette nuovi giovani stranieri tra i 18 e 28 anni

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BERGAMO – Primi giorni di scuola per gli allievi del progetto «ABC dell’edilizia». Obiettivo dell’iniziativa, promossa dalla Scuola Edile di Bergamo, in collaborazione con i principali attori bergamaschi in tema di immigrazione è quello di formare giovani stranieri, tra i 18 e i 28 anni, senza, o con limitata, esperienza di lavoro nel settore, e fornire loro una concreta opportunità occupazionale.

I partecipanti al corso appena partito sono sette e provengono da Pakistan, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Mali e Tunisia

«Sono stati individuati – spiega Marco Bergamaschi, referente del progetto – dopo una selezione indirizzata in particolare alle persone con difficoltà linguistiche e/o sociali, come i richiedenti asilo (a cui comunque è stata chiesta una minima comprensione della lingua italiana) e scelti, soprattutto, per la forte motivazione ad operare in questo ambito».

Durante le 93 ore di lezione, apprenderanno le conoscenze e le abilità fondamentali dell’operatore edile, attraverso semplici esercitazioni di cantiere e lezioni di tecnica costruttiva, oltre che la formazione di base (generale e specifica) prevista dalla normativa in tema di sicurezza. «Il profilo di riferimento è quello di un operatore generico – sottolinea Marco Bergamaschi – assimilabile ad un manovale che abbia anche le nozioni minime in merito alle procedure standard di posa in opera di semplici manufatti in laterizio e di assemblaggio di semplici casseri».

La ripresa dei livelli occupazionali, di questi ultimi anni, nel mondo delle costruzioni è stata, accompagnata da una crescente difficoltà nel reperire personale, nonostante i livelli retributivi e welfare di sistema dell’edilizia siano a buoni livelli qualitativi e quantitativi. Pertanto la Scuola Edile è da subito scesa in campo per promuovere l’attrattività del settore e lo sviluppo di percorsi formativi adeguati, con l’auspicio che l’innovazione e la tecnologia, coniugate al recupero di una manualità che rischia di andare perduta, possano stimolare nuove generazioni di edili.

«È un progetto in cui crediamo molto – commenta Paolo Vigani, presidente di Scuola Edile –. Stiamo investendo, attraverso un percorso formativo professionalizzante, su quei giovani di cui le nostre imprese hanno tanto bisogno». Concetto ribadito anche da Giuseppe Mancin, vice presidente di Scuola Edile che precisa come «l’iniziativa sia in linea con i protocolli firmati dalle parti sociali nazionali dell’edilizia per strutturare un percorso di ingresso, nel settore, qualificato, sicuro e regolare per queste persone».

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