Cronaca
Il Museo delle pietre coti di Pradalunga in gara per “I Luoghi del FAI”
Il Museo delle pietre coti di Pradalunga in gara per “I Luoghi del FAI”. Votare è semplice: basta un click
Il Museo delle pietre coti Pradalunga è ufficialmente in gara per il programma nazionale del FAI – Luoghi del Cuore. La campagna per la salvaguardia dei luoghi che raccontano la storia è promossa dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, in collaborazione con Intesa San Paolo.
“Abbiamo scelto di candidare il Museo delle pietre coti – si legge in comunicato del Comune di Pradalunga – perché rappresenta un tesoro della nostra comunità, custode della memoria di generazioni passate e con il potenziale per diventare un luogo vivo e accogliente per il futuro. Partecipare è gratuito e semplicissimo. Clicca qui per dare il tuo voto: https://fondoambiente.it/luoghi/cuore-di-roccia-il-museo-delle-pietre-coti-e-dei-coderocc?ldc”.
Si può votare più luoghi ma per ognuno si può esprimere solo un voto.
Le pietre coti di Pradalunga
Le coti di Pradalunga, un piccolo paese della Valle Seriana in Provincia di Bergamo nel Nord Italia, sono pietre dalla strana e particolare forma affusolata. Utilizzate fin dall’antichità per affilare gli utensili da taglio, sono composte da un equilibrato amalgama di minerale “duro” derivante dai resti di organismi a scheletro siliceo e di un minerale “tenero” cementante che permette di affilare le lame senza rovinarle, né consumarle troppo.
Da secoli a Pradalunga, l’arte dell’escavazione e della lavorazione della pietra cote è tramandata di padre in figlio. In epoca romana, I secolo d.C., Plinio il Vecchio (famoso scrittore, ammiraglio e naturalista) afferma che in Italia si producevano le “aquaries cotes”.
La loro produzione a Pradalunga e in Valle Seriana è documentata negli Statuti di Bergamo del 1248 e le pietre coti si esportavano, già a quell’epoca, in Europa del Nord, attraverso Bellinzona e Trento e via Genova nei paesi oltremare. Per non perdere la memoria delle nostre tradizioni, la Ligato Fratelli F. & M. s.n.c., ha continuato fino al 2023 la secolare produzione di famiglia delle storiche ditte GAVAZZI / PICCININI ha conservato nell’originale opificio strumenti, oggetti e reperti storici dell’antica lavorazione.
L’industria Edoardo Gavazzi fu G.B. si affermò come una delle più importanti produttrici di pietre coti, con marchi di fabbrica riconosciuti in tutto il mondo, conseguendo diversi riconoscimenti in fiere nazionali ed internazionali.
Il percorso museale mostra, in sale originali, con uno sguardo a ritroso nel tempo, le diverse fasi di lavorazione e tutti gli attrezzi specifici dell’industria delle coti, nella quale erano impiegati centinaia di addetti. Si possono ammirare una raccolta rara di pietre e etichette, utilizzate nel mondo per l’affilatura, una collezione di coti provenienti da diverse cave del territorio bergamasco, falci e falcetti di diversa tipologia e forma.
Nel 2023 il comune di Pradalunga ha rilevato il complesso e nel 2024 ha istituito il Museo-Laboratorio delle pietre coti. (fonte Valseriana.eu).
Continua a leggere le notizie di Valseriana News e segui la nostra pagina Facebook