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Cronaca

On The Road arriva in Corea del Sud e fa scuola nel mondo

Il modello On the Road tra Bergamo e Varese arriva in Corea del Sud e fa scuola nel mondo

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L’asse tra Bergamo e Varese, che sostiene il progetto educativo On the Road, si proietta a livello internazionale grazie all’invito ricevuto per presentare la best practice all’undicesimo Forum mondiale sui valori umani del 21esimo secolo ad Andong, in Corea del Sud.

Rappresentato dalla consigliera comunale di Varese, Helin Yildiz, On The Road è stato descritto come un modello innovativo che, nato a Bergamo e promosso dall’associazione Ragazzi On the Road presieduta da Egidio Provenzi, è in espansione in Italia coinvolgendo centinaia di giovani tra i 16 e i 20 anni in esperienze dirette accanto alle polizie locali, forze dell’ordine e soccorritori, per promuovere consapevolezza civica, sicurezza e legalità.

La consigliera Yildiz con Invernici e il Prefetto di Varese Pasquariello

Alessandro Invernici – giornalista e vicepresidente dell’associazione, fondatore del progetto e figura chiave di questo asse Bergamo-Varese – non ha potuto partecipare al forum all’ultimo momento, ma nei giorni scorsi ha avuto un incontro con la consigliera Yildiz e il prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, che ha dato impulso all’iniziativa riuscendo a coinvolgere nel progetto On the Road le autorità e principali istituzioni di Varese.

Invernici ha espresso orgoglio per la possibilità di portare l’esempio di On the Road in Corea del Sud,sottolineando l’impegno che da 17 anni accompagna il progetto e ne ha fatto un modello di riferimento. «Il protocollo prefettizio, adottato per la prima volta a Varese su impulso del prefetto Pasquariello, è oggi un esempio concreto per le amministrazioni italiane, dimostrando come una collaborazione strutturata e convinta tra comuni, scuole, università, istituzioni, giovani e forze dell’ordine possa formare cittadini responsabili» ha commentatoInvernici. «È un orgoglio, un ulteriore stimolo e responsabilità vedere che questo progetto, nato in Bergamasca, faccia scuola non solo in Italia ma anche nel mondo».

Nel suo intervento al forum, la consigliera Yildiz ha rappresentato tra le best practice del Comune di Varese l’esperienza di On the Road, illustrando i punti di forza del progetto: «Abbiamo presentato il protocollo prefettizio di Varese, di cui il nostro Comune è capofila insieme ad altre amministrazioni del Varesotto, come un modello pionieristico per sensibilizzare i giovani alla cittadinanza attiva, alla prevenzione delle loro vite, attraverso esperienze dirette sul campo» ha spiegato Yildiz. «Portare questa esperienza in Corea del Sud ci permette di condividere i valori di responsabilità civica che sono alla base del nostro agire e del format di On the Road, un’iniziativa che sta ispirando molte città e comunità oltre i confini nazionali».

Alcune foto sulle strade con i ragazzi “On the road”

Un esempio particolarmente significativo è rappresentato dalla recente esperienza presso la casa circondariale di Varese, dove una decina di giovani, tra cui alcuni ragazzi bergamaschi, hanno affiancato per la prima volta in Italia la polizia penitenziaria, durante il reale turno di servizio, suddivisi in due giornate, seguiti da un’equipe educativa. Questa opportunità ha permesso loro di vivere “dall’altra parte” le sfide e le responsabilità di un contesto disicurezza complesso e delicato: un modo concreto per sensibilizzare al rispetto delle regole.

Tale affiancamento rappresenta un’ulteriore evoluzione di On The Road, che continua a proporre esperienze formative di alto valore sociale, espandendosi con una nutrita “squadra” di ragazzi che educano ragazzi, a loro volta “trasformati” dall’esperienza nei panni degli operatori della polizia locale, delle forze dell’ordine e dei soccorritori nel loro prezioso e delicato servizio.

«La partecipazione di Varese al forum – ha commentato nei giorni scorsi il sindaco Davide Galimberti, che ha delegato in Corea del Sud la consigliera Yildiz – non solo conferma la centralità del progetto a livello nazionale, ma ne permette l’internazionalizzazione, evidenziando come un’iniziativa nata in Italia possa ispirare città e comunità in tutto il mondo».

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