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Cronaca

“Cibo locale e salutare”, la Val Gandino certifica la qualità

“Cibo locale e salutare”, la Val Gandino certifica la qualità. Nonostante decenni di impetuoso sviluppo industriale, in Val Gandino esistono e resistono decine di piccole aziende agricole

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È possibile una produzione alimentare di qualità, in chiave agro-ecologica, in una realtà industriale come la Val Gandino? È possibile aumentare nella popolazione la consapevolezza delle conseguenze per la salute, per l’ambiente e per l’economia locale del cibo che consuma? Il Comune di Gandino ha accettato la sfida, grazie anche ad un finanziamento ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste), coinvolgendo nella difficile impresa anche i comuni di Leffe, Casnigo, Peia e Cazzano S.Andrea. Nonostante decenni di impetuoso sviluppo industriale, in Val Gandino esistono e resistono decine di piccole aziende agricole. Nei diversi paesi si tengono regolarmente ben cinque mercatini agricoli di produttrici e produttori locali: quattro avviati da altrettanti Comuni, ormai da alcuni anni, e uno dell’associazione Rete Umana Val Gandino più recente.

Il progetto Cibo locale, salutare, non inquinante in Val Gandino

Il progetto Cibo locale, salutare, non inquinante in Val Gandino è quindi partito dall’osservazione della situazione esistente, per metterne a fuoco, mediante un sondaggio rivolto sia alle aziende agricole che alla popolazione, i punti di forza e di debolezza. Con l’intento di non limitarsi a promuovere ciò che già c’è, ma di fare educazione agroalimentare a trecentosessanta gradi. Il passo successivo è stato pensare uno strumento per valorizzare le aziende agricole particolarmente sensibili e attente alla qualità e all’impatto ambientale delle proprie produzioni. Il loro impegno a rispettare alcune condizioni e a intraprendere un percorso di miglioramento in chiave agroecologica sarà riconosciuto e segnalato al pubblico con l’assegnazione del marchio De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine).

L’attribuzione del marchio di qualità

L’attribuzione del marchio di qualità s’ispira al modello dei Sistemi Partecipati di Garanzia (SPG), nei quali i criteri da osservare sono definiti di comune tra accordo tra chi produce e chi consuma, in un processo “peer-to-peer” basato sull’assunzione di responsabilità e sulla fiducia. La verifica della qualità è affidata agli stessi soggetti coinvolti nel processo, diversamente dalle certificazioni “di parte terza” rilasciate da un organismo di controllo, come quella biologica. Nel caso specifico, il gruppo che accerta il rispetto degli standard, inizialmente e attraverso successivi controlli, comprende Laura Pezzotta, assessora all’ambiente del Comune di Gandino, due consulenti tecnici (agronomo e naturalista) con l’approccio della permacultura, due rappresentanti delle aziende agricole aderenti e due cittadine appartenenti all’associazione Rete Umana e al Gruppo d’Acquisto Solidale della Val Gandino.

La valutazione prende in considerazione tutta la filiera produttiva e l’intero ciclo di vita del prodotto

La valutazione prende in considerazione tutta la filiera produttiva e l’intero ciclo di vita del prodotto, dalle materie prime impiegate fino allo smaltimento post-consumo, con riferimento diverse categorie di criteri: assenza di OGM e impiego di pratiche di agricoltura biologica o biodinamica, produzione locale, filiera corta, impatto ambientale, tutela della biodiversità, benessere animale, lavoro e impegno sociale, economia di relazione. Un’azienda agricola deve certificare almeno cinque punti e impegnarsi ad aumentare il proprio punteggio di almeno un punto nei successivi due anni, grazie anche al supporto tecnico offerto dal Comune di Gandino. L’intera proposta, inoltre, sarà sottoposta a revisione annuale per affinarla progressivamente.

Alla chiamata hanno subito risposto con entusiasmo due aziende agricole, entrambe poste in comune di Peia

Alla chiamata hanno subito risposto con entusiasmo due aziende agricole, entrambe poste in comune di Peia, produttrici di formaggi, ma diverse dal punto di vista biografico: Cascina Moro è la creazione di una coppia che trentacinque anni fa decise di andare a vivere a mille metri d’altitudine (in località Poiana) per intraprendere la dura vita dei contadini di montagna; Ol Marinù (in località Bretei) nasce invece dall’iniziativa di un giovane ventenne, Angelo Lazzari, tre anni fa. L’auspicio è che a queste prime aziende se ne aggiungano molte altre, e che alla popolazione arrivi un messaggio fondamentale: dietro ogni prodotto acquistato c’è una storia, che il prezzo racconta solo in parte.

Il progetto Cibo Locale ha compreso anche attività di sensibilizzazione, quali il laboratorio teatrale di educazione al gusto “Il cibo in una stanza” nella scuola primaria di Gandino. Qui saranno anche introdotti alimenti delle aziende virtuose, valorizzate dal marchio De.C.O.. La Biblioteca Comunale ha ospitato il corso per la realizzazione di un Compost Familiare (tenuto da Gloria Gelmi e Angelo Savoldelli, con dimostrazione sul campo) e l’incontro “Alla scoperta della Permacultura”. Venerdì 29 novembre dalle 18.30 alle 20.30 è in programma l’evento “Cibo qui e ora, parliamone degustando” in cui le persone partecipanti si confronteranno sulle implicazioni del cibo sedute a tavola. La partecipazione è libera e gratuita, previa iscrizione all’indirizzo mail permacultura@greenmail.net

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