Economia & Lavoro
Dalla Provincia di Bergamo lettera alla premier Meloni per chiedere il rinvio del nuovo regime IVA per il Terzo settore
Lettera alla Premier Giorgia Meloni dalla Provincia di Bergamo con richiesta di rinvio entrata in vigore del nuovo regime IVA per il Terzo settore
BERGAMO – La Provincia di Bergamo si fa portavoce dell’appello del Terzo settore che paventa la imminente entrata in vigore del nuovo regime IVA che cancella l’esclusione dal campo IVA delle attività mutuali svolte dagli enti non commerciali.
Il Presidente Pasquale Gandolfi e il Consigliere delegato al Terzo settore Massimiliano Serra scrivono infatti al Governo chiedendo “urgentemente di rinviare, come già avvenuto negli anni scorsi, l’entrata in vigore delle nuove disposizioni IVA e di adottare una soluzione normativa che mantenga per il Terzo settore il regime di esclusione Iva e che tenga conto della specificità delle attività associative non commerciali in modo da preservare il contributo insostituibile che il terzo settore apporta alla nostra comunità“.
Il Consigliere Serra sta avendo continui contatti con le associazioni di rappresentanza del terzo settore e sottolinea che “la norma coinvolgerà con nuovi adempimenti burocratici e paradossalmente con nessun maggiore gettito per lo Stato centinaia di associazioni bergamasche” e precisa che “l’intervento normativo ha sì permesso allo Stato italiano di chiudere formalmente la procedura di infrazione europea ma di fatto è suscettibile di compromettere gravemente la capacità del terzo settore di garantire servizi fondamentali ai cittadini“.
Il Presidente Gandolfi sottolinea nel messaggio alla Premier Meloni che “il Terzo settore e l’associazionismo contribuiscono, in maniera determinante, allo sviluppo e alla coesione sociale del nostro territorio e, in quanto rappresentativi della ‘società solidale’, costituiscono nella nostra provincia una rete capillare di vicinanza e solidarietà, sensibile in tempo reale alle esigenze che provengono dal tessuto sociale“.
Nella lettera della Provincia inviata anche al ministro all’Economia, al ministro dello Sport e dei Giovani e al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, si manifesta la preoccupazione che dal 1° gennaio 2025 le entrate istituzionali degli Ets diventeranno “commerciali” ma esenti IVA e che, conseguentemente, gli Ets non commerciali, pur non dovendo versare l’imposta, saranno comunque costretti a dotarsi di partita Iva e ad assolvere così una notevole serie di adempimenti burocratici e amministrativi, particolarmente gravosi e difficilmente sostenibili.
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