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Cronaca

Dalla terapia intensiva a casa: il convegno oggi all’ospedale di Bergamo

Dalla terapia intensiva a casa: il convegno oggi all’ospedale di Bergamo. Mauro Moreno direttore sanitario:”Un ospedale non può più essere concepito come una realtà chiusa e separata dal contesto sociale e territoriale”

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Il convegno

BERGAMO – Si è svolto oggi, presso l’Auditorium ‘L. Parenzan’ dell’Ospedale di Bergamo, il convegno di formazione promosso da ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e FROM – Fondazione Ospedale di Bergamo ETS dal titolo ‘Dalla Terapia Intensiva a Casa – Il percorso del paziente verso il reinserimento nella società dopo la malattia critica’. I relatori coinvolti si sono confrontati sul follow up del paziente dopo il ricovero in Terapia Intensiva: dalla riabilitazione al monitoraggio dello stato di salute fino ai servizi socioassistenziali che lo supportano nel rientro in società.

La giornata è stata l’occasione per far incontrare professionisti della sanità dal profilo diverso – dai medici rianimatori e anestesisti agli infermieri ai medici di base –, osservare lo stato dell’arte e approfondire le esperienze del territorio bergamasco in un dibattito aperto anche alle associazioni dei pazienti. Temi su cui si inserisce la ricerca, con le opportunità offerte da un attento tracciamento degli esiti per migliorare la cura.

Alberto Bombassei presidente FROM – Fondazione per la Ricerca Ospedale di Bergamo ETS

«FROM si conferma punto di riferimento per occasioni di formazione che rafforzino il legame tra pratica clinica, miglioramento dei servizi sanitari e ricerca. La Fondazione promuove un confronto che dalle corsie dell’Ospedale si allarga al territorio, un impegno che ha al centro il paziente, i suoi bisogni, e non trascura nessuna delle tappe del percorso socioassistenziale che il Sistema Sanitario può mettere a disposizione del paziente stesso e della sua famiglia».

Mauro Moreno direttore sanitario ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo

«Un ospedale non può più essere concepito come una realtà chiusa e separata dal contesto sociale e territoriale. In particolare, con l’attuazione della riforma del sistema sociosanitario di Regione Lombardia, è emersa con forza la necessità di immaginare l’ospedale come parte integrante di un percorso che accompagna il paziente ben oltre le sue mura. Questo significa seguire il paziente anche dopo il ricovero, quando rientra a casa e si trova a dover affrontare una quotidianità spesso rivoluzionata, non solo per lui ma anche per i caregiver che lo assistono. La vera sfida che ci impegna quotidianamente è quella di creare un sistema fluido e coordinato, capace di agevolare il flusso di persone dall’ospedale al territorio, garantendo continuità di cure, supporto riabilitativo e un reinserimento efficace nella società”.

“Iniziative come il convegno di oggi sono fondamentali per discutere queste tematiche per approfondire il ruolo cruciale del follow up del paziente post-ricovero, toccando aspetti che vanno dalla riabilitazione fisica e psicologica al monitoraggio della salute, fino ai servizi socioassistenziali che accompagnano il ritorno alla quotidianità. Un’occasione per far dialogare professionalità diverse – medici rianimatori, anestesisti, infermieri, medici di base – e per coinvolgere anche le associazioni dei pazienti, osservando da vicino le esperienze del nostro territorio. Questi confronti non solo consentono di migliorare l’assistenza, ma si intrecciano con la ricerca, che rappresenta un pilastro fondamentale per monitorare gli esiti delle cure e progredire verso un sistema sempre più efficace e umano».

Francesco Biroli responsabile Area Neuroscienze FROM – Fondazione per la Ricerca Ospedale di Bergamo ETS

«Il convegno nasce dall’esperienza reale dei pazienti, in particolare di coloro che hanno avuto una lesione neurologica grave. Cosa succede al paziente quando è concluso il trattamento in Ospedale nella fase acuta e successivamente con la riabilitazione? Questa è la domanda a cui abbiamo cercato di rispondere. È fondamentale che l’organizzazione sanitaria nel suo complesso supporti questo percorso. Insieme all’Ospedale Papa Giovanni XXIII abbiamo voluto promuovere un’occasione di incontro in cui esaminare la situazione attuale, con i suoi punti di forza ma anche con le sue criticità, e riflettere insieme su come migliorare il percorso di questi pazienti organizzando meglio il follow up mettendo in rete idee e competenze. Tutto ciò chiama in causa il ruolo cruciale della ricerca, cuore dell’attività di FROM: solo con un’analisi attenta degli outcome, cioè degli esiti in termini di salute e benessere dei pazienti usciti dalla Terapia Intensiva, siamo in grado di comprendere come migliorare le cure e il percorso di rientro in società delle persone. Da questo tipo di ricerca alla cura le ricadute sono quasi immediate».

Paolo Gritti responsabile SS Anestesia e Rianimazione Neurochirurgica ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e responsabile scientifico dell’evento

«C’è un prima e un dopo la Terapia Intensiva nella vita di un paziente e c’è, per noi medici rianimatori, il bisogno di capire cosa accade nel “dopo” ai nostri pazienti. Questa esigenza si intreccia con quella espressa dai pazienti una volta tornati a casa, che avvertono il bisogno di avere risposte sugli esiti delle cure ricevute. L’esperienza della Terapia Intensiva, indispensabile per salvare la vita in caso di lesioni gravissime, viene spesso percepita dai pazienti come un vero e proprio limbo. Il lungo periodo di sedazione, lo shock subito, i farmaci assunti e le gravi lesioni riportate lasciano pochi ricordi di questo momento della loro vita. Una volta usciti dalla Terapia Intensiva si apre un nuovo e impegnativo percorso di ripresa, perché il ritorno alla vita di prima, laddove possibile, richiede tempo, supporto e un’attenta riabilitazione”.

“Il paziente viene accolto e seguito da molteplici figure professionali: riabilitatori, fisioterapisti, neuropsicologi, infermieri, medici di medicina generale, associazioni, ciascuno con un ruolo fondamentale per favorire il recupero. I medici rianimatori che hanno seguito i pazienti durante il ricovero raramente hanno l’opportunità di osservare cosa accade in questa delicata fase, anche loro vivono una sorta di limbo. Pensiamo sia utile colmarlo, rivedendo i pazienti a distanza di tempo per valutare gli esiti dei trattamenti, comprendere meglio il decorso post Terapia Intensiva e ricostruire il percorso delle cure. Questo approccio non solo ci permette di affinare la capacità predittiva e promuovere un’autocorrezione degli interventi, ma offre anche l’opportunità di fornire un supporto più mirato e umano. L’obiettivo diventa allora quello di dare continuità alla relazione di cura, rispondendo al bisogno dei pazienti di sentirsi accompagnati anche nella fase della ripresa e di creare un legame duraturo e significativo tra il “prima” e il “dopo” delle loro vite».

Davide Corbella dirigente medico SS Anestesia e Rianimazione Neurochirurgica ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo

«Il tema riguarda soprattutto la neurorianimazione – per la complessità del trattamento che qui si svolge e le gravi conseguenze fisiche, cognitive e del comportamento che le lesioni neuro-encefaliche possono comportare –, ma il principio è espandibile a tutte le tipologie di rianimazione. Le conseguenze di queste lesioni sono diverse da quelle causate dalle altre patologie, e quindi necessitano di un monitoraggio attento del paziente una volta uscito dall’Ospedale. È fondamentale osservare tutti i pazienti, anche quelli che rientrano in modo più agevole alla vita normale. Un convegno di questo tipo è l’occasione per confrontarsi sul miglioramento del follow up dal punto di vista dell’assistenza e della ricerca».

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