Cronaca
Spaccio di stupefacenti: fermato presunto responsabile di un tentato omicidio in bergamasca
Giovane marocchino irregolare fermato dai Carabinieri di Zogno: ritenuto responsabile del reato di tentato omicidio pluriaggravato a danno di un giovane tunisino
I Carabinieri della Compagnia di Zogno, al termine di concitate ed ininterrotte attività investigative coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo, lo scorso 6 dicembre hanno proceduto al fermo di un giovane cittadino marocchino, irregolare sul territorio nazionale, ritenuto responsabile del reato di tentato omicidio pluriaggravato a danno di un giovane tunisino, irregolare sul territorio nazionale, avvenuto il precedente 1°dicembre 2024 in una località boschiva di Villa d’Almè.
Le indagini
Le indagini sono state condotte attraverso un attento esame dei sistemi di videosorveglianza di tutte le aree circostanti, ed un’accurata raccolta di informazioni dalle persone informate sui fatti accaduti, che hanno consentito di risalire all’autovettura utilizzata dall’indagato per giungere sulla scena del crimine e, successivamente, per fuggire dopo l’aggressione. I Carabinieri sono riusciti dapprima a ricostruire i movimenti dell’autore del delitto, definendo poi una ristretta cerchia di sospetti tra i quali, alla fine, è stato individuato il presunto autore.
Il tentato omicidio: la ricostruzione dei fatti
La vicenda era scaturita da una cessione di stupefacente effettuata dal giovane marocchino alla vittima. Quest’ultima, unitamente ad un suo complice, aveva pagato la partita con delle banconote false. L’indagato se ne accorgeva solo successivamente, realizzando di essere stato ingannato. Così si adoperava per acquistare un grosso coltello per poi andare a cercare la vittima nei luoghi dove era solita spacciare, fermamente intenzionato a vendicarsi. Al momento dell’incontro, di fronte alla ritrosia del giovane tunisino a pagare il proprio debito, l’indagato lo accoltellava alla schiena, causandogli una ferita profonda ed estesa che aveva causato la perforazione del polmone e la frattura di alcune costole, per poi darsi alla fuga a bordo di un’autovettura condotta da un suo conoscente italiano, a cui vendeva da tempo dosi di cocaina, inconsapevole fino a quel momento delle intenzioni dell’amico marocchino.
Dopo l’accoltellamento la vittima riusciva faticosamente ad uscire dal bosco, raggiungendo la pista ciclabile fino ad essere notata da un residente che segnalava la presenza del giovane tunisino, che stava perdendo molto sangue. L’immediato intervento del personale del 118 ha fortunatamente permesso di condurlo in ospedale appena in tempo per essere operato in via d’urgenza e salvato da morte certa, riportando ferite giudicate guaribili in almeno 60 giorni, di per sè idonee a cagionarne la morte.
Il giorno del fermo
La mattina del 6 dicembre i Carabinieri della Compagnia di Zogno, supportati dal Nucleo Investigativo di Bergamo, rintracciavano e catturavano l’indagato dopo un estenuante inseguimento a piedi nelle campagne di Villa d’Almè. Le perquisizioni successivamente condotte consentivano di rinvenire presso l’abitazione di Bonate, dove l’indagato dimorava in quei giorni, un considerevole quantitativo di cocaina e marijuana ed un bilancino di precisione, oltre a materiale per il confezionamento delle dosi e a del denaro ritenuto provento dell’attività illecita, mentre l’arma del delitto non è stata ancora rinvenuta.
Interrogato dal Pubblico Ministero alla presenza del proprio avvocato, l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma i gravi indizi di colpevolezza raccolti nei suoi confronti hanno determinato da parte della Procura, in sede di richiesta di convalida del fermo, la richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere persistendo i presupposti del pericolo di fuga, e di reiterazione del reato, nonché le circostanze aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti.
All’esito dell’udienza tenutasi nella tarda mattinata del 9 dicembre, il Giudice per le Indagini Preliminari di Bergamo ha convalidato il fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio, applicando la misura cautelare richiesta della custodia in carcere.
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