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Cronaca

La montagna non si arrende, anche in Val Seriana la mobilitazione nazionale

La montagna non si arrende, anche in Val Seriana fa tappa la mobilitazione nazionale con una camminata che prenderà il via da Lizzola

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la montagna non si arrende

La montagna non si arrende è lo slogan scelto per la mobilitazione nazionale del 9 febbraio, in concomitanza con il count down di un anno all’apertura dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026. L’evento è promosso a livello nazionale da APE, Associazione Proletari Escursionisti.

In Val Seriana la mobilitazione è prevista a Lizzola per dire no al comprensorio sciistico che potrebbe collegare la stazione dell’alta Valle con la più rinomata stazione di Colere, in Val di Scalve.

La montagna non si arrende

Nell’elenco nazionale delle mobilitazioni si trovano: lo sfruttamento del territorio e delle risorse naturali: “Progetti come quello sul Monte Tonale Occidentale, poco chiaro e ancora fumoso, che in alcune ipotesi prevede lo sbancamento della cima e il disboscamento della Valle del Lares, sono un attacco all’ambiente e alla biodiversità”, sostengono gli attivisti, che aggiungono un secondo punto: la “dipendenza dalla monocoltura dello scie dai grandi eventi come le Olimpiadi, che porta a investimenti sproporzionati, che non tengono conto delle reali necessità delle popolazioni locali”.

Viene poi denunciato come “i finanziamenti pubblici vengono indirizzati verso l’industria del turismo, piuttosto che verso servizi essenziali come scuole e ospedali”. Nelle motivazioni si parla anche di “Sprechi di denaro pubblico in progetti come l’impianto per il bob a Cortina e la ripetizione di ecomostri che abbiamo già visto in occasione di grandi eventi” e dell’insostenibilità degli impianti sciistici per buona parte dell’anno. Questo il sito ufficiale.

I dettagli della camminata in Val Seriana – Val di Scalve

Tra Lizzola e Colere, provincia di Bergamo, è in fase di progettazione un nuovo comprensorio che dovrebbe nascere dall’unione dei due già attualmente esistenti. Un progetto che prevede la realizzazione di nuovi impianti a fune, nuove piste e un traforo di circa 450 mt al di sotto del Pizzo di Petto, a quote medio basse, considerando che l’altitudine massima sarebbe poco sotto i 2200 mt. Circa 70 milioni di euro di costi previsti per la realizzazione, di cui 50 pubblici, verosimilmente destinati ad aumentare. Il tutto in una zona fragile e importantissima per l’ecosistema alpino orobico.

“Domenica 9 febbraio, in occasione della mobilitazione nazionale La Montagna non si Arrende, saremo sui sentieri che da secoli collegano Valbondione a Lizzola, per ribadire la nostra contrarietà a un’opera dannosa e inutile”, scrivono i promotori sul sito dove si possono trovare altri dettagli.

INFO TECNICHE
Ritrovo a Bergamo: h 8 al parcheggio del Bonaldi
Ritrovo a Valbondione: h 9.15 a Grumetti
Lunghezza: giro ad anello di circa 10 km
Dislivello: circa 400 mt D+
Acqua sul percorso: si
Attrezzatura: ramponcini, bacchette da neve, abbigliamento invernale

ITINERARIO

Da Pianlivere, 970 mt circa, dopo Valbondione, si attraversa il fiume Serio e si prende a salire nel bosco con alcuni tornanti fino al nucleo di Maslana, 1150 mt circa. Superate le varie contrade di cui si compone il borgo, seguendo il sentiero si ritorna presso il Fiume Serio. Dopo aver attraversato il ponte, si risale lungo una mulattiera fino all’incrocio con il sentiero che porta al Rif. Curò. Qui si lascia la mulattiera e si segue il sentiero che porta prima alle baite di Valbona e, successivamente, a Lizzola.

In paese ci sarà un momento di confronto con il Collettivo terreAlt(r)e con cui, da alcuni mesi, siamo impegnati a opporci al progetto di collegamento degli impianti sciistici di Colere e Lizzola. Successivamente, da Lizzola, attraverso il sentiero che taglia i tornanti della strada che porta a Valbondione, scenderemo per raggiungere le auto.

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