Cronaca
Comprensorio Colere – Lizzola: tre sindaci scrivono alla RSI
Comprensorio Colere – Lizzola: tre sindaci chiedono coinvolgimento alla RSI che nel frattempo ha illustrato il progetto completo a tutti gli amministratori
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Sono sviluppi amministrativi quelli accaduti nelle ultime settimane relativamente al tanto discusso Comprensorio sciistico che potrebbe collegare le stazioni di Lizzola, in territorio di Valbondione, e di Colere, in Val di Scalve.
Comprensorio Colere – Lizzola: tre sindaci scrivono alla RSI
Il 29 gennaio i sindaci di Valbondione, Colere e Viliminore di Scalve hanno inviato una lettera alla RSI, la società che gestisce gli impianti di Colere e che investirebbe nel nuovo progetto del Comprensorio. La lettera è indirizzata anche alla Scalve Mountain.
Nella lettera – che ha come oggetto “Importanza della sinergia e del coinvolgimento delle Amministrazioni comunali nel progetto del comprensorio sciistico-turistico” – gli amministratori, Walter Semperboni, Gabriele Bettineschi e Pietro Orru, ribadiscono il loro appoggio e chiedono garanzie dal punto di vista burocratico.
Il testo della lettera invita a RSI
In qualità di Sindaci dei Comuni coinvolti, desideriamo innanzitutto ribadire formalmente il nostro apprezzamento per l’iniziativa finalizzata alla realizzazione del nuovo comprensorio sciistico-turistico che interesserà i nostri territori.
Siamo consapevoli che il progetto possa rappresentare una grande opportunità di sviluppo per le nostre Valli; tuttavia, è fondamentale che tutte le fasi progettuali siano condivise e coordinate in modo efficace con tutti i Comuni principalmente coinvolti anche al fine di consentire a Voi ed anche a Noi di ottenere un appoggio politico da parte dalle Amministrazioni territorialmente confinanti.
A tal proposito, desideriamo sottolineare che d’ora in avanti Noi ci muoveremo in sinergia e per tale ragione è indispensabile che ogni Comune venga coinvolto attivamente in ogni fase progettuale, dalla pianificazione alla realizzazione, poiché come sapete ogni parere espresso da ciascun Ente interessato in sede di conferenza dei servizi decisoria, sarà vincolante. Solo attraverso un processo di consultazione e collaborazione costante potremo garantire che il progetto risponda alle esigenze specifiche dei nostri territori e delle nostre comunità.
Inoltre, desideriamo evidenziare l’importanza di un Vostro approccio collaborativo che eviti qualsiasi forma di comunicazione che possa ledere l’immagine delle amministrazioni locali. Riteniamo che le Vostre dichiarazioni giornalistiche (anche le più recenti) abbiano già messo in cattiva luce i nostri Enti e i loro rappresentanti ma soprattutto non siano mai state produttive con il serio rischio di ostacolare il buon andamento del progetto. Per questo, ci aspettiamo che per il proseguo la Vostra Società lavori a braccetto con i Sindaci e con le Amministrazioni, in modo da ottenere le risorse e le autorizzazioni necessarie per la realizzazione del comprensorio, rispettando i tempi e le procedure previste.
Infine, desideriamo ribadire che tutti e tre i Comuni si aspettano insindacabilmente un canone di concessione adeguato, che tenga conto dell’impatto che la realizzazione e la gestione del comprensorio sciistico-turistico avrà sulle nostre comunità. La definizione congiunta di un canone giusto e sostenibile rappresenta un aspetto cruciale per assicurare che i benefici economici derivanti dal progetto possano essere equamente distribuiti tra i territori coinvolti.
Confidiamo nel fatto che, con un dialogo aperto e una pianificazione condivisa, riusciremo a portare avanti un progetto che non solo valorizzi le risorse naturali e turistiche delle nostre Valli, ma che rispetti anche le necessità di ciascun Comune e della sua popolazione.
Restiamo a disposizione per organizzare un incontro di approfondimento e per definire insieme le modalità operative necessarie a dar vita a questa importante iniziativa.
RingraziandoVi ancora per l’impegno e la disponibilità, cogliamo l’occasione per porgere i nostri più cordiali saluti.
RSI ha illustrato il progetto a tutti i sindaci
“Con questa lettera ho ribadito il mio appoggio totale al progetto – commenta Walter Semperboni, sindaco di Valbondione – non nascondendo però le difficoltà dei piccoli comuni come i nostri che hanno bisogno di lavorare in sinergia anche dal punto di vista delle pratiche burocratiche ecc. Non capisco l’accanimento di chi è contrario a questo progetto che per me è l’ultima opportunità affinché il nostro territorio possa sopravvivere grazia alla lungimiranza di un imprenditore: si tratta di un Comprensorio che punta a destagionalizzare la montagna così che le nostre attività possano continuare a vivere. Lizzola, come tutte le areltà di montagna, si sta spopolando e rischia di scomparire; il Comprensorio sarebbe uno slancio importante non solo per Valbondione ma per tutta l’alta Valle”.
A questo proposito il progetto è stato illustrato per la prima volta ufficialmente a tutti gli amministratori della Val Seriana e Val di Scalve riuniti nella sede della Comunità Montana a Clusone da Massimiliano Belingheri, banchiere di origine scalvina e principale azionista della RSI, in videocollegamento dall’Inghilterra.
“Si è trattato di un incontro tecnico – spiega il presidente della Comunità Montana Valle Seriana, Giampiero Calegari – e informativo. Belingheri con i suoi tecnici ci ha illustrato il progetto. In un secondo momento, approfondita la parte tecnica ed economica, potremo esprimerci a riguardo ma ancora non l’abbiamo fatto”.
Il Comprensorio prevede un investimento di 70 milioni di euro in partenariato tra pubblico e privato (50 milioni di contributo pubblico e i restanti 20 a carico della società) e mira idealmente a rendere le Orobie bergamasche uno dei più grandi comprensori della Lombardia con circa 50 chilometri di piste.
Aumenta il fronte dei contrari al Comprensorio Colere – Lizzola
Contrari al progetto, oltre alle 26mila firme con la petizione online, ai gruppi di OrobieVive e terreAlt(r)e, al Cai della Val di Scalve e al Cai di Bergamo, recentemente si è espressa anche Europa Verde Bergamo.
“Pochi giorni fa – annuncia l’onorevole Dori, deputato del gruppo AVS alla Camera dei deputati – ho presentato un’interrogazione sul progetto di collegamento tra le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola, in provincia di Bergamo, un’iniziativa che sta sollevando preoccupazioni ambientali e sociali”
“L’area coinvolta dal progetto – sottolineano Giuseppe Canducci e Oriana Ruzzini, coportavoce provinciali di Europa Verde Bergamo – si trova all’interno della Zona speciale di conservazione (Zsc) Val Sedornia-Valzurio-Pizzo della Presolana, un Sito Rete Natura 2000, e fa parte del Parco regionale delle Orobie Bergamasche. Siamo critici così come numerose organizzazioni, tra cui la sezione provinciale del Cai, OrobieVive, Legambiente, Lipu, e Mountain Wilderness Lombardia o l’esperto di montagna Luca Rota , nonché vicini alla cittadinanza locale. Insieme a loro – sottolineano i rappresentanti provinciali di Europa Verde – esprimiamo forte preoccupazione per l’impatto devastante che il progetto potrebbe avere sull’ecosistema locale, mettendo a rischio flora e fauna. In particolare, l’intervento potrebbe compromettere l’ambiente carsico della zona e portare a un inquinamento da microplastiche causato dall’isolamento dei bacini di raccolta.”
“Inoltre – sottolinea l’on. Dori – secondo la relazione geomorfologica e nivologica che abbiamo potuto studiare, il progetto presenta rischi di valanghe in più punti, tra cui la parte superiore di alcune piste da realizzare e gli sbocchi del traforo, creando un ulteriore rischio per la sicurezza degli sciatori e dei residenti.”
“Dal punto di vista economico – continua sempre il deputato bergamasco – il progetto prevede una spesa di 70 milioni di euro, di cui 50 milioni derivanti da fondi pubblici, ma non è ancora chiaro se questo investimento possa essere giustificato in considerazione delle sfide future per l’industria sciistica. Le previsioni indicano che, entro 50 anni, la copertura nevosa sotto i 2000 metri diminuirà del 40%, rendendo ancora più oneroso il ricorso all’innevamento artificiale, che comporta costi annuali di 40-50 mila euro per chilometro di pista.”
“A fronte di queste preoccupazioni, ho chiesto al Ministro competente quali iniziative intenda adottare per evitare lo sviluppo di un progetto che rischia di essere dannoso per l’ambiente e uno spreco di risorse pubbliche.”
“L’ interrogazione -concludono Ruzzini e Canducci – si inserisce a pieno titolo in un ampio movimento di resistenza, che ha portato alla creazione del comitato TerreAlt(r)e e alla raccolta di oltre 8.400 firme per chiedere la cancellazione del progetto. Destagionalizzare il turismo vuol dire valorizzare il territorio e investire sulle sue risorse naturali con impegno e creatività. Devastando l’ambiente non si promuove certo un modello di sviluppo turistico lungimirante e sostenibile. Porteremo il tema anche in Consiglio regionale con il Consigliere Rosati, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra.”
“Il futuro della montagna bergamasca è in gioco – evidenzia e conclude l’on. Dori – insieme alla cittadinanza ed alle associazioni locali chiediamo un ripensamento radicale del progetto, orientato alla diversificazione economica e sociale delle valli, al fine di preservare l’ambiente e favorire uno sviluppo armonioso e rispettoso del territorio.”
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